New York - Alle Nazioni Unite il "consenso multilaterale continua ad essere in crisi a causa della sua subordinazione alle decisioni di pochi, mentre i problemi del mondo esigono, da parte della comunità internazionale, interventi sotto forma di azione comune", è iniziato così, con una denuncia l'atteso discorso di Papa Benedetto XVI, davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
"Onu, diritto di intervento per le popolazioni" "Ogni Stato - ha osservato il Pontefice - ha il dovere primordiale di proteggere la propria popolazione contro le violazioni gravi e ripetute dei diritti umani, sia in conseguenza di crisi umanitarie legate a cause naturali, sia in conseguenza di azioni dell’uomo". "Se capita che alcuni Stati non siano in grado di assicurare una tale protezione, è compito della Comunità internazionale intervenire con i mezzi giuridici previsti dalla Carta delle Nazioni Unite e attraverso altri strumenti internazionali". Tali azioni - ha sottolineato Benedetto XVI - non possono essere viste come«coercizioni ingiustificate" e come "una limitazione della sovranità nazionale". "Al contrario - ha ammonito - sono l’indifferenza o il non intervento a causare danni reali". Occorre realizzare uno studio approfondito - ha esortato - per definire le modalità per "prevenire e gestire i conflitti", utilizzando tutti i mezzi a disposizione dell’azione diplomatica e offrendo "attenzione e sostegno" anche ai minimi segnali di dialogo e di volontà di riconciliazione.
"No al relativismo, centrale la dignità dell'uomo" La
dignità dell’uomo, "creato ad immagine di Dio", deve essere al centro dell’azione della Comunità internazionale, ha ribadito Benedetto XVI che ha ricordato come le Nazioni
Unite siano nate proprio per difendere quei diritti umani che le tragedie del Novecento avevano «massicciamente
violato".
Di fronte alle nuove sfide del presente , ha ammonito papa Ratzinger, sarebbe un errore adottare un "approccio
pragmatico", cedendo ad un relativismo, secondo cui "il senso e l’interpretazione dei diritti" potrebbe variare e la
loro universalità potrebbe essere negata "in nome di differenti concezioni culturali, politiche, sociali e persino
religiose". La
dignità umana, ha proseguito, non può essere sacrificata a interessi di parte o del momento. "I diritti umani devono essere rispettati come una espressione della giustizia, e non solo perchè essi sono
applicabili attraverso la volontà del legislatore".
Così, ha avvertito, i diritti umani non possono essere delegati alle leggi dei singoli stati.
"No alla scienza che minaccia vita e ambiente" Duro monito di papa Benedetto XVI contro una ricerca scientifica che rischia di mettere in discussione "l’ordine della creazione", minacciando il "carattere sacro della vita" e arrivando a "derubare la persona umana e la famiglia della loro identità naturale". Le Nazioni Unite devono opporsi a queste deviazioni della ricerca scientifica. Allo stesso modo l’azione internazionale deve "proteggere l’ambiente" e la vita anche attraverso un uso razionale della tecnologia e della scienza, in rispetto "all’autentica immagine del creato".
"Stenti e violazioni le radici del terrorismo" Le radici del terrorismo affondano negli stenti, nella disperazione, nella violazioni dei diritti umani, ha sottolineato il Pontefice. "Le vittime degli stenti e della disperazione, la cui dignità umana viene violata impunemente - ha osservato Ratzinger - divengono facile preda del richiamo della violenza e possono diventare in prima persona violatrici della pace". "La promozione dei diritti umani - ha spiegato - rimane la rimane la strategia più efficace anche per un aumento della sicurezza".
Difesa della libertà di religione anche dal secolarismo Il Papa ha chiesto alle Nazioni Unite di difendere la libertà religiosa in tutti i suoi aspetti, anche nella sua dimensione sociale e politica. È "inconcepibile" che "dei credenti debbano sopprimere una parte di se stessi, la loro fede, per essere cittadini attivi, non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti". Passaggio particolarmente sentito questo, sul tema della libertà religiosa e ai rischi che essa corre. "I diritti collegati con la religione - ha scandito Ratzinger - sono quanto mai bisognosi di essere protetti se vengono considerati in conflitto con l’ideologia secolare prevalente o con posizioni di una maggioranza religiosa di natura esclusiva. Non si può limitare la piena garanzia della libertà religiosa al libero esercizio del culto. Al contrario, deve essere tenuta in giusta considerazione la dimensione pubblica della religione e quindi la possibilità dei credenti di fare la loro parte nella costruzione dell’ordine sociale". Il Papa, peraltro, ha riconosciuto che "l’attività delle Nazioni Unite negli anni recenti ha assicurato che il dibattito pubblico offra spazio a punti di vista ispirati ad una visione religiosa in tutte le sue dimensioni" ma ha tenuto a precisare che "una visione della vita saldamente ancorata alla dimensione religiosa" può aiutare a conseguire i fini che l’Onu si prefigge.
L'arrivo al Palazzo di Vetro Benedetto XVI al suo arrivo alle Nazioni Unite, a Manhattan, è stato accolto da Ban Ki Moon, segretario generale dell’Onu. Il Papa si è intrattenuto per un incontro privato con il segretario generale poi ha apposto la sua firma sul libro d’oro accompagnata dalla frase: "Erit opus iustitiae pax" (una citazione da Isaia 32,17), ovvero "La pace sarà un’opera della giustizia". Pioggia di flash nella sala delle bandiere, e poi l’atteso discorso. Si tratta del terzo Papa in visita al Palazzo di Vetro. Paolo VI vi si recò nel 1965 e Giovanni Paolo II nel 1979 e nel 1995.
"Buon compleanno" "Sua Santità, buon compleanno e buon anniversario!". Il presidente dell’Assemblea Srgjan Kerim ha accolto in questi termini il Papa nella sala che ospita i rappresentanti dei 192 paesi che formano la comunità internazionale. "Il mese di aprile ha un enorme significato per lei - ha detto Kerim rivolgendosi a papa Ratzinger -. Non soltanto perchè lei è nato un 16 aprile, ma anche perchè è diventato arcivescovo di Velletri-Segni il 5 aprile 1993, è stato eletto Vescovo di Roma il 19 aprile 2005 e il pontificato è iniziato il 25 aprile 2005".
Il saluto di Ban A fronte di "richieste alla nostra organizzazione che si moltiplicano ogni giorno", il segretario generale dell’Onu ha ringraziato Papa Benedetto XVI per aver fatto "dono" ai lavoratori dell’Onu di una parte "della
sua fede", e per la "fiducia" che ha riposto in loro.
Ban ha quindi passato al Papa il podio dell’Assemblea Generale. Ban ha citato
una serie di obiettivi ben precisi, "dalla pace alla sicurezza, allo sviluppo e ai diritti umani".
Entrando più nel dettaglio, il segretario generale ha definito punti di una missione comune "la terribile sfida delle
povertà", "la non proliferazione delle armi nucleari", "la pace basata sul rispetto dei diritti di tutti", "le risorse
idriche e i cambiamenti climatici", il dialogo tra le religioni e le culture, oltre alle politiche e le strategie multilaterali
per rispondere "alle sfide del nostro mondo complesso e in rapido cambiamento".
I "papa boys": viva el Papa Si sono portati le chitarre con il capotasto e le suonano in piedi, sotto il sole, nel recinto di transenne che la polizia di New York ha preparato per i papa boys, di fronte al Palazzo di Vetro, per l'arrivo di Ratzinger. "Viva el Papa", cantano, in spagnolo, in prima fila, sotto uno striscione che recita "Benedetto XVI, Wilkommen" e poi "You Rock", sei un grande. Firmato le comunità neoecumeniche del New Jersey. Sono in tutto qualche centinaio, non tantissimi, in una città che ha accolto il Pontefice con la cintura di sicurezza tradizionale per le grandi occasioni, ma senza scomporsi. Il traffico sull’isola di Manhattan non è bloccato, neppure nei pressi delle Nazioni Unite, in una città abituata a fare i conti con il pienone di capi di Stato e di governo dell’Assemblea Generale. Ci sono anche un minuscolo gruppo di manifestanti, cinque, anche loro chiusi in un rettangolo di transenne, accanto ai fedeli. Accusano Benedetto XVI di non "non essere infallibile".
L'arrivo a New York Proveniente da Washington a bordo dell'aereo Alitalia "Sheperd One", all’aeroporto di New York il Papa è stato accolto dal cardinale Edward Michael Egan, arcivescovo della città, dall’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite,
l’arcivescovo Celestino Migliore, dal governatore dello Stato David Paterson e dal sindaco di New York Michael Bloomberg. Il Papa è poi salito in elicottero per raggiungere Manhattan ed è arrivato all'Onu con un corteo di limousine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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