Roma «Il Papa o si difende da solo, o non lo può difendere nessuno». Se le sono ricordate in molti le parole che era solito dire lo scomparso cardinale Dino Monduzzi, Prefetto della Casa Pontificia durante il regno di Wojtyla, dopo che giovedì sera, mentre entrava in San Pietro, Benedetto XVI è stato fatto cadere da una giovane donna che voleva abbracciarlo.
C’erano milioni di persone collegate in mondovisione per la messa della notte di Natale che quest’anno, per la prima volta, veniva celebrata alle 22 invece che a mezzanotte, per non affaticare troppo il Pontefice. Il coro della Cappella Sistina stava intonando il canto d’ingresso, Ratzinger rivestito dei paramenti bianchi e dorati aveva appena imboccato il corridoio della navata centrale, preceduto dai cardinali concelebranti, quando Susanna Maiolo, 25 anni, residente in Svizzera ma con cittadinanza anche italiana, una giovane mingherlina che indossava una giacca rossa, con un balzo ha oltrepassato la transenna e si è avvicinata al Papa. Il capo dei gendarmi vaticani, Domenico Giani, si è prontamente gettato su di lei, placcandola, ma la donna nel cadere si è aggrappata – o impigliata – nel pallio papale, la piccola stola ornata di croci rosse che cinge le spalle del Pontefice, e l’ha trascinato giù. Benedetto XVI, che stava avanzando appoggiandosi alla croce pastorale, si è accasciato in avanti ed è andato a terra. Ma non si è fatto nulla. Nel parapiglia che ne è seguito, forse sfiorato inavvertitamente da qualcuno di coloro che sono accorsi per aiutare il Papa, ha perso l’equilibrio ed è caduto anche il porporato francese Roger Etchegaray, 87 anni, vice-decano del collegio cardinalizio, che precedeva di poco il Pontefice. Etchegaray si è fratturato il femore, è ricoverato al Gemelli e oggi sarà sottoposto a un intervento chirurgico per la ricomposizione della frattura.
Il Papa, rialzatosi, dopo un attimo di comprensibile smarrimento, non ha voluto interrompere la celebrazione. Non ha voluto sedersi per riprendersi dallo spavento, dipinto più nel volto dei collaboratori che nel suo. Ha minimizzato l’accaduto, si è fatto sistemare nuovamente sul capo la mitra episcopale, e ha ripreso sorridente la processione, celebrando per quasi due ore la liturgia della notte natalizia. Nell’omelia ha invitato i fedeli ad essere svegli, «vigilanti» come i pastori accorsi alla grotta di Betlemme, per uscire dal «minuscolo mondo» dei «propri interessi e desideri» avviandosi verso Dio «per lasciarlo entrare nella nostra vita e nel nostro tempo». E al termine della messa, ripercorrendo la navata centrale, ha voluto come al solito accostarsi alle transenne per benedire i bambini, prima di recarsi per una breve preghiera dinnanzi al presepe allestito dentro la basilica.
Il servizio di vigilanza ha funzionato, ma il Papa è un pastore, un vescovo, prima che un capo di Stato, e non sarà mai possibile evitare il contatto con la gente né controllare tutti coloro che gli si avvicinano. Non è possibile blindarlo, non avrebbe senso per un Papa e nessun Papa lo accetterebbe.
Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha rassicurato sulle condizioni di Ratzinger, che non ha riportato conseguenze e la mattina dopo si è affacciato per il messaggio Urbi et orbi. Susanna Maiolo è stata invece fermata: chi l’ha vista poco dopo il suo gesto inconsulto, la descrive come una ragazza impaurita: «Non volevo fare male al Papa, volevo solo salutarlo...», ha ripetuto. Ora, dopo un iniziale ricovero all’ospedale Santo Spirito di Roma, si trova presso un centro di salute mentale a Subiaco, dove è sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio. Non è la prima volta che la donna tenta di avvicinare il Pontefice.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.