Il Papa parla ai cristiani, ma Pechino lo oscura E ai politici italiani: "Pensate al bene comune"

Il messaggio Urbi et Orbi del Papa. Il Natale "ispiri israeliani e palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica". E a Pechino dice: "Rispettate la fede". La risposta del regima: oscurata la Bbc che trasmetteva le parole di Ratzinger. Il Natale "ispiri i responsabili" della "amata Italia"

Il Papa parla ai cristiani, ma Pechino lo oscura 
E ai politici italiani: "Pensate al bene comune"

Città del Vaticano - Il Natale "ispiri israeliani e palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica",  a chiederlo ancora con forza è il Papa nel messaggio "Urbi et Orbi" davanti a migliaia di persone radunate in piazza San Pietro dove dalla loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro, ha rivolto il tradizionale il messaggio seguito dagli auguri natalizi in 65 lingue.

Benedetto XVI ha parole di consolazione per "le care comunità in Iraq e in tutto il Medio oriente" e chiede ai "responsabili delle Nazioni" "una fattiva solidarietà verso di esse". "La luce del Natale - ha detto il Papa dopo una ampia meditazione sul senso della nascita di Gesù, il Dio che si è fatto uomo - risplenda nuovamente in quella Terra dove Gesù è nato e ispiri Israeliani e Palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica. L'annuncio consolante della venuta dell'Emmanuele - ha proseguito - lenisca il dolore -e consoli nelle prove le care comunità cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente, donando loro conforto e speranza per il futuro ed animando i Responsabili delle Nazioni ad una fattiva solidarietà verso di esse. Ciò - ha aggiunto - avvenga anche in favore di coloro che ad Haiti soffrono ancora per le conseguenze del devastante terremoto e della recente epidemia di colera. Così pure non vengano dimenticati coloro che in Colombia ed in Venezuela, ma anche in Guatemala e in Costa Rica, hanno subito le recenti calamità naturali".

All'inizio del suo messaggio alla città e al mondo, Benedetto XVI ha spiegato che per i cristiani il Natale non è solo "un annuncio: è un avvenimento, un accadimento, che testimoni credibili hanno veduto, udito, toccato nella persona di Gesù di Nazareth". L'incarnazione, ha spiegato, "é un avvenimento che è accaduto nella storia, ma nello stesso tempo la oltrepassa". E che per essere compreso ha bisogno della fede.

La nascita di Gesù, ha auspicato il Papa "apra prospettive di pace duratura e di autentico progresso alle popolazioni della Somalia, del Darfur e della Costa d'Avorio; promuova la stabilità politica e sociale del Madagascar; porti sicurezza e rispetto dei diritti umani in Afghanistan e in Pakistan; incoraggi il dialogo fra Nicaragua e Costa Rica; favorisca la riconciliazione nella Penisola Coreana". 

Nonostante "discriminazione e persecuzione" i cristiani della Cina continentale "non si perdano d'animo" e perseverino nella fede. E "i leader politici e religiosi" si impegnino "per il pieno rispetto della libertà religiosa di tutti", chiede ancora il Pontefice che si appella al governo di Pechino. "La celebrazione della nascita del Redentore - ha detto il Papa - rafforzi lo spirito di fede, di pazienza e di coraggio nei fedeli della Chiesa nella Cina continentale, affinché non si perdano d'animo per le limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza e, perseverando nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della speranza. L'amore del 'Dio con noi' - ha proseguito - doni perseveranza a tutte le comunità cristiane che soffrono discriminazione e persecuzione, ed ispiri i leader politici e religiosi ad impegnarsi per il pieno rispetto della libertà religiosa di tutti".

E per tutta risposta il governo cinese ha oscurato la rete tv Bbc che stava riferendo del discorso del Papa, nel quale Benedetto XVI ha severamente criticato le "discriminazioni e persecuzioni" in atto contro i cristiani cinesi. 

Infine l'Italia. Il Natale "ispiri i responsabili" della "amata Italia" "perché ogni loro scelta e decisione sia sempre per il bene comune" auspica il Papa negli auguri "ai romani e agli italiani" che aprono la serie delle 65 lingue in cui formula gli auguri natalizi a tutto il mondo. "Buon Natale ai romani e agli italiani! In questo giorno, illuminato dalla speranza evangelica che proviene dall'umile grotta di Betlemme, auspico di cuore il dono natalizio della gioia e della pace per ogni abitante dell'amata Italia: per i bambini e gli anziani, per i giovani e le famiglie. Il Cristo, nato per noi, ispiri i responsabili, perché ogni loro scelta e decisione sia sempre per il bene comune; conforti - ha aggiunto - quanti sono provati dalla malattia e dalla sofferenza; sostenga coloro che si dedicano al servizio dei fratelli più bisognosi".

Quando ha annunciato gli auguri in italiano, Benedetto XVI è stato salutato dalla folla in piazza, e a sua volta ha salutato facendo cenni con il braccio. Un accenno di applauso lo ha brevemente interrotto quando ha proseguito gli auguri, chiedendo il "dono natalizio della gioia ...".

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