nostro inviato a Colonia
«Avrei voluto percorre tutta Marienfeld con la papamobile per essere vicino a ciascuno di voi ma, vista la situazione logistica, non è stato possibile». Sulla grande città artificiale costruita alle porte di Colonia fa freddo e cè nebbia, un milione di giovani sono affranti dopo la notte che molti hanno passato alladdiaccio. Al freddo e alla stanchezza si aggiunge la delusione per non aver potuto vedere passare il Papa, dato che quasi tutte le vie allinterno dellarea sono bloccate, a causa della débâcle organizzativa. Benedetto XVI, allinizio della messa, con quelle parole vuole raggiungerli e abbracciarli tutti.
La funzione conclusiva della XX Gmg è suggestiva e ricca di canti delle tradizioni dei diversi continenti: ci sono i ritmi africani, i suoni boliviani, le melodie dellOceania.
Ai giovani, Papa Ratzinger fa lultima grande catechesi, spiegando loro lessenza del mistero cristiano: Gesù nellultima cena «anticipa la sua morte, laccetta nel suo intimo e la trasforma in unazione damore». «La violenza si trasforma in amore e quindi la morte in vita» spiega Benedetto XVI, «è questa, per usare unimmagine a noi oggi ben nota, la fissione nucleare portata nel più intimo dellessere la vittoria dellamore sullodio, la vittoria dellamore sulla morte. Soltanto questa intima esplosione del bene che vince il male può suscitare poi la catena di trasformazioni che a poco a poco cambieranno il mondo. Tutti gli altri cambiamenti spiega Ratzinger rimangono superficiali e non salvano».
Il Papa invita i ragazzi alla missione: «Dio non è più soltanto di fronte a noi, è dentro di noi e noi siamo in Lui. La sua dinamica ci penetra e da noi vuole propagarsi agli altri ed estendersi a tutto il mondo». Chiede che la messa diventi il centro della vita dei giovani: «Non è positivismo o brama di potere, se la Chiesa ci dice che leucarestia è parte della domenica». Il «fine settimana libero» rimane vuoto «se in esso non cè Dio». Poi Benedetto XVI nota come oggi, accanto alla «dimenticanza di Dio» esista anche un «boom del religioso», una religione che «non di rado diventa quasi un prodotto di consumo». «Si sceglie quello che piace, e certuni sanno anche trarne profitto. Ma la religione cercata alla maniera del fai-da-te alla fin fine non ci aiuta». Per questo il Papa chiede ai ragazzi della Gmg di aiutare «gli uomini a scoprire la vera stella che ci indica la strada: Gesù Cristo!» e li invita ad approfondire il Catechismo e a «cercare la comunione nella fede» nelle loro comunità e nei movimenti conservando «la comunione col Papa e con i vescovi». Indica loro che lincontro con la fede cristiana porta alla condivisione: «Non dobbiamo abbandonare gli anziani, non dobbiamo passare oltre di fronte ai sofferenti, se pensiamo e viviamo» nella comunione con Cristo, «allora non ci adatteremo più a vivacchiare preoccupati solo di noi stessi», perché «è molto più bello essere utili e stare a disposizione degli altri che preoccuparsi solo delle comodità che ci vengono offerte». «La libertà - spiega - non vuol dire godersi la vita, ritenersi assolutamente autonomi».
Al termine della liturgia, lenorme massa di persone comincia a lentamente a muoversi. «Grazie per queste ore meravigliose che mi donate», aveva detto Ratzinger allinizio della funzione, quasi sorpreso per laccoglienza calorosa che gli è stata riservata dai «papaboys». «Joseph come Karol», si legge in uno dei grandi striscioni innalzati dai giovani, sintesi emblematica di un incontro segnato da due Papi. Lentusiasmo esplode quando Benedetto XVI annuncia che la prossima Gmg si terrà nel 2008, a Sidney.
Nel pomeriggio il Papa ha incontrato i vescovi tedeschi ai quali non ha nascosto la sua preoccupazione per la secolarizzazione che avanza, per «linflusso sempre minore delletica e della morale cattolica», per lemorragia di battezzati che decidono di abbandonare la Chiesa o «accettano solo una parte» del suo insegnamento. Ai vescovi, Ratzinger ha detto che i giovani «non cercano una Chiesa giovanilistica, ma giovane nello Spirito» e «trasparente a Cristo» e dunque vanno educati «alla pazienza» e al «sano realismo», ma «senza compromessi, per non annacquare il Vangelo».
Prima di salire sullaereo che in serata lo ha riportato a Roma, Benedetto XVI ha salutato il presidente federale Horst Köhler: «Noi tutti ha detto siamo consapevoli del male derivato dalla nostra patria nel Novecento, e lo riconosciamo con vergogna e dolore. Ma in questi giorni, grazie a Dio, si è mostrato largamente che esisteva ed esiste anche laltra Germania...».
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