Il Papa: «Salviamo le famiglie dai divorzi»

In una lettera al cardinale Trujillo il Pontefice ha ribadito: «Il matrimonio è insostituibile»

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da Milano

È stata la «famiglia» l’argomento forte di Joseph Ratzinger, che ieri ha parlato chiaramente ai fedeli. I cristiani sono chiamati a salvare la famiglia fondata sul matrimonio indissolubile, un’istituzione fondamentale per la società che però troppo spesso e in molte parti del mondo viene messa a dura prova dai divorzi e dalle unioni irregolari, che sono in aumento.
Papa Benedetto XVI è tornato a parlare della tutela della famiglia, un tema che ha già affrontato più volte nei suoi primi due mesi di pontificato, sia parlando pubblicamente con i vescovi italiani e con quelli latinoamericani, sia a colloquio privato con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
E ieri un’altra duplice occasione per affrontare l’argomento. Prima l’udienza al pellegrinaggio diocesano di Verona, poi la lettera inviata al cardinale Alfonso Lopez Trujillo in occasione dell’incontro mondiale delle famiglie previsto per il prossimo anno a Valencia.
«Le difficoltà e i condizionamenti sociali e culturali» e l’aumento dei «divorzi» e delle «unioni irregolari», costituiscono per i cristiani un «urgente richiamo» a testimoniare in favore della famiglia, ha detto il Papa ai circa cinquemila fedeli riuniti nell’aula Paolo VI a Verona.
Di seguito il pontefice ha ricordato anche che la famiglia è una dei temi principali del sinodo fatto dalla diocesi veneta: «Nella vostra diocesi, infatti, come del resto anche altrove, sono aumentati i divorzi e le unioni irregolari e ciò costituisce per i cristiani un urgente richiamo a proclamare e testimoniare in tutta la sua interezza il Vangelo della vita e della famiglia».
Secondo Benedetto XVI, «la famiglia è chiamata a essere intima comunità di vita e d’amore, perché fondata sul matrimonio indissolubile».
«Nonostante le difficoltà e i condizionamenti sociali e culturali dell’attuale momento storico - ha proseguito Benedetto XVI - gli sposi cristiani non cessino di essere con la loro vita segno dell’amore fedele di Dio e collaborino attivamente con i sacerdoti nella pastorale dei fidanzati, delle giovani coppie, delle famiglie e nell’educazione delle nuove generazioni».
Il Papa, che ha ricordato di essere stato «da poco chiamato a questo grave compito», ha anche richiamato l’attenzione sull’eucarestia: «Senza di essa la fede e la speranza si spengono, la carità si raffredda. Per questo, cari amici, vi esorto a curare sempre di più la qualità delle celebrazioni eucaristiche, specialmente quelle domenicali, affinché la domenica sia veramente il giorno del Signore e conferisca pienezza di significato alle vicende e alle attività di tutti i giorni».
Il tema della famiglia è stato poi ripreso dal Pontefice nella lettera inviata al cardinale Alfonso Lopez Trujillo e resa nota ieri dalla Santa Sede. Benedetto XVI ha proseguito l’ammonizione, affermando che «ogni popolo non può ignorare il bene prezioso della famiglia, fondata sul matrimonio». E nella lettera scritta in spagnolo ha ribadito che «il matrimonio e la famiglia sono insostituibili e non ammettono altre alternative».
E il cardinale Camillo Ruini, presidente della Cei, ha rincarato la dose. Questa «nostra Italia» ha bisogno della nostra «testimonianza cristiana». Durante l’omelia della messa organizzata in San Pietro dai gruppi di preghiera mariana in occasione del sabato dedicato al Cuore Immacolato di Maria e alla difesa della vita, il cardinale non ha parlato dei prossimi referendum sulla procreazione assistita, ma ha affrontato il tema delle difficoltà della vita al giorno d’oggi. Ha definito le difficoltà «prove da affrontare con animo sereno e fiducioso perché sappiamo che il Signore ci è vicino».


Il tema della difesa della vita è stato però affrontato durante la messa nelle preghiere dei fedeli: «Il dono inviolabile della vita», ha detto una fedele, «sia tutelato e protetto in tutte le sue forme, dal concepimento alla morte naturale».
Ma l’applauso scrosciante è scattato solo quando il cardinale ha fatto il nome del «tanto amato Santo Papa Giovanni Paolo II», ricordato con calore dai fedeli che riempivano la basilica.

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