Il Papa: «Saremo ad Auschwitz chiamati al perdono reciproco»

Nostro inviato a Varsavia

La gente dal prete si aspetta solo una cosa: che promuova «l’incontro dell’uomo con Dio», non che sia ferrato in economia o in politica. Da Varsavia, dalla cattedrale di San Giovanni, incontrando il clero Benedetto XVI traccia un identikit del sacerdote che vale per la Polonia come per il resto del mondo.
«Rimanete saldi nella fede!» è il motto del viaggio che Papa Ratzinger sta compiendo nella terra di Wojtyla, «per seguire le sue orme lungo l’itinerario della sua vita». Un viaggio che «non è solo sentimentale» ma rappresenta piuttosto «un itinerario di fede». Undici chilometri di folla, lungo tutto il percorso dall’aeroporto alla cattedrale, hanno salutato ieri l’arrivo del Pontefice, accolto dal presidente Lech Kaczynski e dai cardinali Glemp e Dziwisz.
Dopo i discorsi di benvenuto Benedetto XVI è salito sulla «papamobile» ed è arrivato all’incontro con il clero. «Dai sacerdoti i fedeli attendono soltanto una cosa – ha detto –: che siano degli specialisti nel promuovere l’incontro dell’uomo con Dio. Al sacerdote – ha continuato – non si chiede di essere esperto in economia, in edilizia o in politica. Da lui ci si attende che sia esperto nella vita spirituale». Un richiamo certo mirato alla situazione polacca – basti pensare alle polemiche suscitate dalle prese di posizione antieuropeiste e dagli accenti antisemiti di Radio Marija, dalla quale l’episcopato ha preso le distanze – ma applicabile a ogni Paese. Il prete, ha spiegato ancora il Papa, da giovane ha bisogno di un «maestro spirituale, che lo aiuti a non smarrirsi tra le tante proposte della cultura del momento». E ha aggiunto: «Di fronte alle tentazioni del relativismo o del permissivismo, non è affatto necessario che il sacerdote conosca tutte le attuali, mutevoli correnti di pensiero; ciò che i fedeli si attendono da lui è che sia testimone dell’eterna sapienza, contenuta nella parola rivelata».
Benedetto XVI ha quindi spiegato che l’influenza del totalitarismo «può aver ingenerato un’inconsapevole tendenza a nascondersi sotto una maschera esteriore, con la conseguenza del cedimento a una qualche forma di ipocrisia». «Cristo – ha concluso – ha bisogno di sacerdoti che siano maturi, virili, capaci di coltivare un’autentica paternità spirituale».
Papa Ratzinger si è esercitato molto con il polacco, ma ha preferito che la maggior parte dei suoi discorsi fosse letta da collaboratori di lingua madre. Fin dalle prime battute del viaggio è stato presente l’appuntamento di domenica ad Auschwitz. Appena salito sull’aereo in partenza da Roma, dopo essere stato salutato dal premier Romano Prodi, il Papa ha incontrato i giornalisti: «Finiremo il viaggio con il campo di sterminio di Auschwitz – ha detto – pensando ai tanti morti, e anche per imparare come l’uomo possa cadere e perdere la sua dignità calpestando gli altri. Speriamo che proprio qui – ha aggiunto – possa nascere un nuovo umanesimo e una visione dell’uomo come immagine di Dio, per impedire in futuro simili cose».
Rispondendo a una domanda sul significato del suo essere tedesco nel compiere questo atto di memoria, il Papa ha minimizzato: «Sì, sono tedesco, ma sono soprattutto cattolico! È importante imparare che siamo cattolici e così le nazionalità sono relativizzate e inserite bene nel grande insieme della comunione cattolica». Nel suo primo discorso, all’aeroporto, Benedetto XVI ha detto di sperare di «incontrare ad Auschwitz soprattutto i superstiti delle vittime del terrore nazista, provenienti da diverse nazioni, che hanno sofferto la tragica oppressione». «Preghiamo tutti insieme – ha concluso – affinché le piaghe del secolo scorso guariscano sotto la medicazione che il buon Dio ci indica chiamandoci al perdono reciproco».
Dopo il pranzo nel palazzo arcivescovile (preparato da un cuoco di origini siciliane), il Papa è andato a riposare in nunziatura. Nel pomeriggio, ha fatto visita al presidente Kaczynski, cattolico, al quale ha regalato una riproduzione della Madonna che Giovanni Paolo II volle fosse raffigurata sull’angolo del palazzo apostolico che dà su piazza San Pietro. Nel mostrargliela, Ratzinger ha detto che è l’immagine «voluta dal Santo Padre», riferendosi a Wojtyla come se fosse ancora lui il Papa.

Nel tardo pomeriggio, Benedetto XVI ha partecipato a un incontro ecumenico indicando nell’azione caritativa un terreno di incontro tra i cristiani. Oggi è prevista la celebrazione della Messa in piazza della Vittoria, quindi il Papa partirà alla volta di Czestochova. Poi andrà a Cracovia.

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