Gian Marco Chiocci - Gianluigi Nuzzi
Potenza - Nel carcere di Potenza il convitato di pietra rimane Lele Mora. «È inscindibile il legame di interdipendenza esistente - verga il gip Alberto Iannuzzi nell’ordinanza -, in relazione a tutti gli affari (leciti e illeciti), tra il Mora e il Corona, il quale sembra non muovere foglia senza il previo assenso del Mora». Un legame quindi a doppio filo tra il fotografo Fabrizio Corona e Lele Mora, per l’accusa dietro le quinte a numerose estorsioni e ora bloccato in Italia con la misura restrittiva più blanda del divieto d’espatrio. Il gip Iannuzzi contro l’impresario è micidiale. Lo cita centinaia di volte. Ecco spuntare Mora per i seimila euro chiesti al giocatore Francesco Coco. Somma necessaria per cedere una foto che lo ritrae con una donna spacciata per transessuale.
«Mora conosce le intenzioni del Corona - scrive il gip -, materialmente, in possesso delle foto le commenta con Corona condividendo con questi ultimi i commenti sulla pesantezza delle immagini ritratte, di fatto motivando ulteriormente il Corona ad avanzare la richiesta estorsiva».
E ancora: «Lele Mora, compare direttamente negli episodi riguardanti la tentata estorsione relativa al calciatore Adriano, in cui la sua voce viene registrata dalle intercettazioni telefoniche». Ancora: «Nell’episodio che vede come vittima il motociclista Marco Melandri, in cui suggerisce al manager di quest’ultimo di pagare al Corona la metà dell’importo richiesto». Infatti Melandri accusa: «Mora diceva magari... tipo di trattare e arrivare a mi pare a un 5 mila euro».
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