Roma

Pappano riparte da Beethoven

Pappano riparte da Beethoven

Antonio Pappano, nei primi quattro anni di permanenza a Roma, in qualità di direttore musicale dell’Orchestra di Santa Cecilia, oltre a ribadirci ogni giorno coi fatti che ha sposato la «sua» orchestra italiana, riservandole particolari cure e infinite energie, ci ha anche fatto capire, attraverso programmi sofisticati e mai scontati, che ama le sfide; infine, per le serate inaugurali di stagione, ci ha sempre sorpresi.
E se impegnative, oltre che preziose, sono apparse, senza eccezioni, le inaugurazioni degli anni passati - War Requiem di Britten(2005), Damnation de Faust di Berlioz( 2006), Stabat Mater di Rossini(2007), Jeanne d’Arc di Honegger (2008) - la stagione che si accinge a inaugurare con la Missa Solemnis di Beethoven è senz’altro la più ardua, benché trattasi di un capolavoro assoluto del passato, alla quale il musicista era legatissimo, avendola dichiarata «l’opera mia più compiuta» - più della stessa Nona Sinfonia, per la quale qualche dubbio nutrì fino all’ultimo sulla presenza dell’Inno alla gioia. Scelta ardua perché solo da pochi decenni, la grande Messa beethoveniana si è guadagnata il riconoscimento della critica, senza entrare ancora nelle grazie del pubblico, perché opera estrema, visionaria, e perciò anche «difficile», dell’ultimo Beethoven, come ben comprese Furtwaengler che la diresse poche volte, ma non volle mai inciderla, e come si resero conto i promotori del monumento a Beethoven (Bonn, 1845) che nel basamento, fecero murare copia della partitura della Messa, quale massimo compendio della sua arte.
Per la Missa Solemnis, che Pappano ha diretto solo un’altra volta, nel 2001 a Bruxelles, non vale chiedersi se si tratti di musica religiosa o no, e neppure se Beethoven fosse credente o meno. Basti sapere, ha sottolineato Pappano, che si «tratta di musica estrema in tutti i sensi, dal punto di vista sia tecnico che espressivo; lo sviluppo della scrittura musicale è molto più ampio anche della stessa Nona Sinfonia. Beethoven realizza un’opera gigantesca, con una intensità ed un fervore sorprendenti e spesso in contrasto con la tradizione musicale». Pappano, concludendo, si è dichiarato contento di avere al suo fianco il grande Norbert Balatsch, come maestro del coro; ma la lista dei grandissimi direttori con i quali ha lavorato alla Messa di Beethoven, «non mi ha dato molta sicurezza», ha concluso, con un doveroso omaggio alla grandezza di questo maestro di coro. Solisti Emma Bell, Anna Larson, Roberto Saccà e Georg Zeppenfeld.
Sala Santa Cecilia. Domani (ore 16); lunedì 26 (ore 21); martedì 27 ( ore 19.30) Info: 06.

8082058.

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