da Vienna
Da Vienna al mondo Tony Pappano è raggiante. È da poco terminato il concerto clou della tournée europea dell'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia di Roma, quello nella Sala d'oro del Musikverein, e il direttore che l'ha guidata ha già smaltito stanchezza e tensione della vigilia. Suonare a Vienna è già una sfida, se si aggiunge che Pappano ha scelto di far ascoltare la Prima Sinfonia di Mahler ad un pubblico competente come quello viennese, allora la sfida è duplice. Gli applausi lunghissimi, liberatori alla fine del concerto, le numerose chiamate, i bis fanno dire al celebre direttore che Santa Cecilia, d'ora in poi può guardare con maggiore certezza al mondo, considerandosi pienamente accettata nel club esclusivo che riunisce la grandi orchestre internazionali.
Non è vero maestro?
«Per me era il debutto al Musikverein. È stato subito chiaro che a Vienna si giocava il nostro futuro nel mondo. Se Mahler fosse andato bene avremmo avuto aperte le porte delle più grandi istituzioni musicali, altrimenti bisognava ricominciare tutto da capo. Dopo l'accoglienza calorosissima di Vienna già si parla del nostro ritorno».
E il resto della tournée?
«L'Orchestra non ha avuto mai cedimenti, mantenendo ovunque uno standard qualitativo eccellente, cosa rara per le orchestra italiane, capaci di grandi prestazioni, ma occasionali».
Quale sarà allora il vostro futuro prossimo?
«In questa stagione andiamo a Londra, Barcellona, Russia e Giappone, nella prossima faremo una lunga tournée in Italia per i primi cento anni di vita dell'Orchestra. Non possiamo sostenere a lungo un ritmo così serrato di concerti in diverse città, solo in questa stagione oltre venti».
Questo riconoscimento internazionale arriva proprio quando il coordinatore della direzione artistica dell'Accademia lascia Roma per Milano. Ed ora che succederà?
«Gaston Fournier, coordinatore artistico dell'Accademia, non poteva rifiutare l'invito di Lissner, che ha agito correttamente, ci ha telefonato e ce lo ha chiesto; e del resto dopo dieci anni di lavoro a Roma anche a Fournier fa bene cambiare. Non abbiamo avuto ancora tempo di pensare alla sostituzione, lo faremo nei prossimi mesi».
Fournier va alla Scala ad aprirle la strada, come ha fatto per Roma, dove fu Lui a segnalarla a Berio?
«Conosco Lissner da molti anni, ho già lavorato con lui. Non intendo spostarmi da Londra e neppure da Roma. Il mio contratto romano scadrà nel 2010, e lo rinnoverò, perché non voglio che altri si goda il lavoro che sto facendo e continuerò a fare in questi miei primi cinque anni. Dove trovo un'altra orchestra di questo livello?».
Progetti discografici immediati?
«Quest'estate registrerò con l'Orchestra di Santa Cecilia Manon di Puccini. Fra breve uscirà anche il nostro disco dedicato a Respighi, ed il secondo appena uscito con le tre ultime sinfonie di Ciaikovskij sta avendo ottime accoglienze».
Anticipazioni sui programmi concertistici?
«L'anno prossimo lavorerò assieme a Pollini per un Progetto Brahms; faremo i concerti per pianoforte, e poi io farò le sinfonie».
La Scala resta ancora lontana dai suoi orizzonti.
«Dirigerò un concerto sinfonico nel 2009 poi, nel 2012 Les Troyens di Berlioz con la collaborazione del Covent Garden di Londra. Sarà il mio debutto alla Scala come direttore d'opera».
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