Parabiago e i Crespi mettono in scena il mondo dei bonsai

Al via il raduno di chi ama questi mini-alberi. Per comperare il primo bastano 50 euro e tanta pazienza

Parabiago e i Crespi mettono in scena il mondo dei bonsai

I milanesi che amano i bonsai hanno il loro negozio di riferimento in via Boccaccio, alle spalle della stazione Nord, ma Crespi Bonsai, 02.48193301, crespibonsai.com, presente pure a Brescia, 030.3772832, ha la casa madre a Parabiago, 0331.491850, perché i quattro Crespi dei nano-alberi sono di lì, papà Luigi, la moglie Luisa e i figli Susanna e Luca. L’apertura, come vivaio, nel 1972. Tempo nove anni e i bonsai si presero tutto lo spazio. Tempo altri dieci e nel ’91 apriva il museo, un anno ancora ed ecco l’università. Non basta, meritano attenzione pure Nippon Bonsai di Lorenzo Malberti a Carate Brianza, 0362.903351, nipponbonsai.com, e Piccin a Paderno Dugnano, 338.6263296, bonsaipiccin.it.
Ma questo è il fine-settimana della famiglia Crespi che da oggi - e fino al 21 settembre - dà vita all’ottavo Raduno internazionale del Bonsai & Suiseki, oltre a eventi previsti fino a tutto novembre, come quello dedicato, dall’11 al 13 ottobre, alla composizione del giardino giapponese. Nel sito, davvero ben fatto, ogni informazione. Quanto al raduno (a proposito, i suiseki sono sassi lavorati dall’acqua; aiutano la meditazione), vivrà attraverso cinque mostre concorso, una mostra di schede telefoniche legate al mondo degli alberi in miniatura, lezioni (anche di sushi), dimostrazioni e degustazioni, cerimonia del tè, origami (per i bambini), stili e tecniche bonsai, corso di ceramica e di decorazione di kimono, tutto quanto fa Giappone insomma.
Realtà altamente educativa, «un bonsai ti emoziona» come dice Susanna Crespi. Basta entrare nel negozio di via Boccaccio per rendersene conto, linee eleganti, forme tascabili ma cariche di spessore emotivo, dettagli resi minimi come dimensione ma che tendono alla longevità assoluta perché un albero normale, in una via o un parco, non avrà mai le cure di un cugino bonsai, soprattutto a Milano. Il libro da cui non si può prescindere se si vuole andare oltre la curiosità lo ha scritto Antonio Ricchiari e lo ha edito Barbieri: Il grande manuale del bonsai è in vendita a 35 euro e ha nel bimestrale dei Crespi il suo naturale aggiornamento.
Come in tanti aspetti del piacere quotidiano, i grandi vini ad esempio, non manca chi arriva in auto, parcheggia in seconda fila, entra e acquista l’esemplare da migliaia di euro solo perché a casa deve stupire qualcuno una sera a cena. Tempo un mese e quel pezzo è uno scheletrino rinsecchito. Lasciando stare i capolavori da 30mila euro - a Parabiago se ne vendono tre o quattro all’anno -, per iniziare basta poco. È la pazienza che non basta mai. Con 50/100 euro si acquista già una signora pianta e con 150 qualcosa di veramente serio. Inutile puntare più in alto perché il bonsai deve crescere con chi lo sceglie. Diventa un amico e, a differenza di un cane, ci sopravvive.

Per iniziare, alcuni suggerimenti: per l’interno ficus e crassula (è una succulenta, si va sul facile), per l’esterno ginepro e pino. L’Everest dell’impegno? Il prunus mume, fiorisce a febbraio, annuncia la primavera e basta un niente per rovinarlo.

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