Politica

Il paradosso centrista degli ex dc

Il dado è tratto e Berlusconi sarà il candidato della Casa delle libertà alle elezioni politiche del 2006. Vi era un disegno diverso, in sé ragionevole, quello esposto dal presidente della Camera, che si fondava sulla formazione immediata del partito unico e sul cambiamento in senso proporzionale del sistema elettorale della Camera. Il disegno di Casini era quello di dare forma all'emersione dei democratici cristiani come forza politica autonoma nei due schieramenti bipolari; e di convogliarne in una unica direzione gli sforzi pur mantenendo intatto il bipolarismo. Le posizioni politiche dell'Udc, dell'Udeur e della Margherita sono identiche e la loro differenza consiste soltanto nel loro situarsi in diversi schieramenti. I loro dirigenti hanno vissuto la loro vita politica insieme nella Dc e i collegamenti personali sono intensissimi.
I democratici cristiani sono una forza politica omogenea ma che esiste solo in quanto trasversale rispetto agli schieramenti. Ma sta il paradosso che i democristiani possono esistere in quanto democristiani solo legittimati dallo schieramento bipolare a cui partecipano e in cui possono essere di centro solo partendo da destra e da sinistra. I democristiani possono essere democristiani solo all'interno di schieramenti separati perché la Dc non è più una forma politica: è finita sia l'unità dei cattolici sia il cattolicesimo politico. I democristiani possono essere se stessi solo nell'identità fornita loro da Berlusconi a destra e da D'Alema a sinistra. Però il tentativo di Casini di trasformare il partito unico in un partito di centro nascondendo Berlusconi non si è coniugato con un analogo tentativo di Mastella e di Marini di delegittimare Bertinotti e la sinistra radicale.
Il paradosso dei democristiani sta nel fatto che la Democrazia cristiana è finita nei suoi fondamenti culturali e politici, non è compatibile con la Chiesa di Wojtyla e di Ratzinger, con lo spostamento a sinistra delle correnti progressiste del cattolicesimo italiano. La Dc di centro non esiste più, Casini, Tabacci e Follini possono fare il loro canto di centro solo appoggiati sulla spalla di Berlusconi.
Nonostante ciò il loro canto di centro ha nociuto più al centro destra e a loro stessi che non le polemiche tra Rutelli e Fassino sulla questione morale, perché Rutelli si è sempre ben guardato di mettere in gioco l'identità con la coalizione che comprende Bertinotti: lo si è visto nella decisione di non rifinanziare la missione militare italiana in Irak.
Nell'Udc ha tenuto piuttosto banco la convinzione che Berlusconi fosse un fenomeno passeggero e che una leadership democristiana sarebbe stata la benvenuta. I democristiani non si sono accorti che, con la Lega Nord, con Forza Italia, con Alleanza Nazionale è nata proprio quello che la Dc aveva cercato di impedire inventando la categoria di centro: la destra. Nel '94 fu una coalizione di centro destra (il nemico contro cui la Dc si era sempre battuta) a vincere le elezioni: i democristiani come Casini e Mastella avevano dovuto aggregarsi per non essere inclusi nella sinistra.
Nella coalizione, gli uomini dell'Udc hanno però sempre delegittimato il linguaggio del centro destra e parlato quello puramente centrista.
Casini (o Follini o Tabacci) non hanno cercato di usare un linguaggio alternativo alla coalizione di sinistra ma hanno preferito collocarsi ai margini della coalizione con un linguaggio centrista di fatto trasversale. Non si sono comportati come guide dell'alleanza nel suo insieme e nel suo carattere di alternativa politica alla sinistra. Dall'altra parte i postdemocristiani della sinistra non hanno mai cercato una connessione politica con l'Udc. Oggi è ben chiaro che il centro destra è l'asse Berlusconi-Bossi-Fini e che la sinistra vive dell'asse Fassino-Bertinotti. Destra e sinistra sono due entità politiche, il centro democristiano non lo è più. È solo una tattica all'interno delle coalizioni che sole hanno identità politica.
Per questo Berlusconi è il candidato della identità di centro destra, mentre Prodi è solo il grande commesso della coalizione di sinistra. Credo che il sogno di Baccini di costituire il terzismo italiano in chiave democristiana rimarrà il sogno di una notte di mezza estate.


bagetbozzo@ragionpolitica.it

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