Il primo «cambiamento» Fernando Lugo lo ha realizzato sacrificando l abito talare alla politica. Ora deve vincere le presidenziali di domani e imporre il promesso «cambio» al suo Paraguay. Ma cambiare un paese dove lopposizione non ha mai vinto unelezione non è facile. Soprattutto se chi ci prova è un ex vescovo, sospeso «a divinis» dal Vaticano, e dipinto dallAssociacion Nacional Repubblicana i «colorados» al governo da 61 anni come il clone del comunista Hugo Chavez. Lex monsignor Lugo, nonostante la sospensione impostagli nel 2006 dal Vaticano, confida ancora nella provvidenza. I sondaggi, del resto, danno per scontata la sua vittoria.
Il principale avversario, il ministro delleducazione signora Blanca Ovelar sconta limbarazzante investitura conferitale dal presidente uscente Nicanor Duarte Frutos, il politico più impopolare dellAmerica latina. Come terzo incomodo cè soltanto Lino Oviedo, un ex generale golpista dei colorados, accusato di legami con i narcotrafficanti e con i mandanti di un assassinio politico.
In un paese dove potere, ricchezze e cariche pubbliche sono da 61 anni monopolio di ununica formazione politica nulla però è scontato. Lincognita più devastante per Lugo è limmagine di pericoloso comunista attribuitagli dal governo.
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