Cultura e Spettacoli

«Paranormal activity», arriva dagli Usa l'horror low cost

In sala film costato 15.000 dollari e che ha incassato 110 milioni

L'orrore vive di particolari, di cose semplici. E questo è tanto più vero per Oren Peli, regista alle prime armi, che con soli 15.000 dollari, la sua casa a San Diego come location, e due amici come attori, ha messo su un film come «Paranormal Activity» che non solo ha incassato 110 milioni di dollari in Usa, ma è stato subito adottato da Steven Spielberg che ne ha suggerito il finale e, infine, ha messo a dura prova le notti di molti che l'hanno visto. Ideato dal regista israeliano emigrato negli Stati Uniti a 19 anni dove lavorava come creatore di programmi di animazione e videogiochi, il film che sarà distribuito dalla Filmauro il 5 febbraio, non mostra in realtà più di tanto. La paura che genera negli 86 minuti della sua durata sta così tutta nell'ordinarietà di quello che si vede. Ovvero le riprese continuate di circa trenta notti di una camera da letto dove dormono i due protagonisti e dove lentamente accadono, almeno inizialmente, piccole inquietanti cose (si apre una porta, scricchioli, strani rumori sempre più forti...). Il perche di queste riprese? Il fatto che Micah (Micah Sloat), che ha appena comprato una telecamera, vuole ossessivamente testimoniare quello che accade intorno alla sua ragazza Katie (Katie Featherston) che da sempre (e si scoprirà non a torto) si sente perseguitata da un demone. Da qui un escalation di attività paranormali fino a un sorprendente finale. «Questo film - spiega il 39enne regista oggi a Roma - l'ho fatto per gioco, come un esperimento e non mi aspettavo certo quello che sarebbe successo, nè tantomeno che sarebbe approdato davvero in sala». Comunque - dice Oren Peli che ha già in fase di post-produzione un nuovo film dal titolo «Area 51» (zona militare in Nevada che gli ufologi credono sia destinata al contatto con gli alieni) - «non avevo nessuna voglia di spaventare il pubblico con Paranormal Activity, nè volevo rappresentare alcuna metafora, ma solo fare un film che facesse davvero paura».

Ispirato a un fatto autobiografico (sembra che una sua ragazza avesse l'ossessione di sentore delle presenze), riconosce il regista che si dichiara non credente che questo suo film sarebbe stato impensabile senza Internet:« ho capito che stava andando forte quando ho visto l'eco di quello che stava succedendo in rete».

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