Parcheggi, pulizia e sicurezza: Siri e le «chiavi» per vincere Tursi

Parcheggi, pulizia e sicurezza: Siri e le «chiavi» per vincere Tursi

«I genovesi vogliono cambiare, soprattutto i giovani. Ce la faremo». Armando Siri, 40 anni, genovese di nascita, milanese d’adozione, lancia la sua candidatura a sindaco per le prossime comunali con il Partito Italia Nuova, Pin e accetta la sfida forse più grande e difficile per una realtà come Genova. Cambiare, mentalità soprattutto e poi la gestione della Superba. Un passato nei giovani socialisti, giornalista e imprenditore con il magazine «In Fly» distribuito negli aeroporti di Roma e Milano (dove ha provato a correre anche per la poltrona di sindaco), è convinto di poter fare grandi, grandissime cose per la sua città. «Le istituzioni sono la nostra proiezione, siamo noi allo specchio. Basta con il paradigma del credere, bisogna passare a quello del conoscere». Dieci punti in un programma in cui campeggia la scritta «Genova cambia! A partire da te» e con uno slogan del partito che dice «La mente mente, il cuore non mente. Mai», «Tu sai la chiave». Ed eccole le chiavi di Siri: un bollino da 140 euro all’anno in grado di rivoluzionare il sistema parcheggi e permettere la sosta ovunque. Un sistema di controllo della banda magnetica del biglietto dei mezzi, per beccare tutti i portoghesi che non pagano il ticket. Vigili al servizio della sicurezza dei cittadini, più decoro e pulizia. Fondi per incentivare il rifacimento delle facciate degli edifici privati, ma anche di quelli pubblici. Insomma, rimettere a nuovo l’immagine di Genova. Giusto, ma i soldi? «Il gettito del bollino per le auto sarà superiore a quello delle multe della Genova Parcheggi. Bisogna smetterla con l’atteggiamento punitivo Comune-cittadini e instaurare un rapporto di collaborazione». Sui grandi temi della città, moschea e Gronda, Siri si dice pronto a rimettere agli abitanti le decisioni tramite un referendum. «Direi sì alla moschea se pagata da privati su terreni privati.

Sulla Gronda mi devo informare perché mi pare ci sia confusione». Escluse le primarie, restano le alleanze con altri partiti. «Siamo disponibili ad unire le forze in vista dell’obiettivo. Bisogna vedere se le forze del dominio hanno voglia di unirsi a noi».

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