Parchi e asili a spese dei privati ci pensano gli urban manager

Palazzo Marino punta su esperti in strategie aziendali

Le strategie aziendali applicate allo sviluppo delle città. L’ultima frontiera dell’urbanistica si chiama «Urban management» e arriva dagli Usa: coniuga la professionalità dei city manager con le competenze di architetti e urbanisti, il know how del tecnico con la visione dello stratega. Anche in Europa sta prendendo piede, tanto che l’Urban Mangement forum dell’Istituto de Impresa di Madrid, una delle più importanti scuole di management del mondo, calcola che il settore pubblico locale dovrà spendere nei prossimi anni per le politiche di sviluppo delle aree metropolitane in media il 9% del Pil dei paesi Ue. In Italia, Milano non poteva che fare da apripista a questa tendenza, nuova almeno per l’Italia. Un fortunato mix di economia, sociologia, urbanistica, city management, comunicazione e marketing territoriale, conditi da una visione strategica che permette di ragionare per obiettivi. L’assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune, Carlo Masseroli, l’ha capito e per il piano di governo del territorio ha deciso di avvalersi di un team di 5 urban manager di «Bip», Business Integration Partners, società di consulenza direzionale.
«Il Pgt è un’occasione per ripensare il futuro di Milano, mettendo ordine tra i nuovi progetti in fieri e quelli collegati all’Expo - spiega Nino Lo Bianco, presidente di Bip -. Si tratta di mettere a sistema e integrare le singole necessità con i progetti complessivi. La linea che orienta il lavoro è quella della città pubblica, si tratta innanzitutto di trovare delle occasioni di utilità collettiva, come verde, infrastrutture e servizi pubblici da far costruire ai privati. Cercare, insomma, di “sfruttare“ gli interventi privati a vantaggio della cittadinanza, attraverso oneri di urbanizzazione ecc.». Tre gli ordini di problemi da affrontare, innanzitutto l’organizzazione: «Serve - spiega Lo Bianco - un metodo per costruire un dialogo trasversale tra i diversi settori della pubblica amministrazione». Il secondo è la comunicazione al pubblico: i consulenti di Bip si occupano di costruire i metodi per una comunicazione efficace e interessante per i milanesi.

Un esempio? Far conoscere i raggi verdi attraverso le biciclettate organizzate. Terzo: il consenso. Dal luglio 2007 gli esperti hanno intrapreso un percorso di coinvolgimento della cittadinanza, attraverso 50 incontri, 12 assemblee, 39 tipologie di gruppi coinvolgendo e incontrando 5.500 persone.

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