Parenti e amici, le consulenze in Provincia

La Corte dei conti: «È necessario verificare se quegli incarichi erano davvero necessari o se c’è stato spreco di denaro pubblico»

(...) da determine dirigenziali e da delibere di giunta che i magistrati contabili stanno passando al vaglio per scoprire, come recita l’esposto, se la Provincia ha commesso o meno «irregolarità e abusi nel conferimento di incarichi, a tempo determinato e indeterminato».
Indagini che, infatti, come già nel caso del Comune di Milano - precisa Giuseppe Nicoletti, presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti lombarda - hanno lo scopo di «vedere se queste consulenze era davvero utili e necessarie o se c’è stato uno spreco di denaro pubblico perché quelle funzioni si potevano svolgere all’interno».
Inchiesta, dunque, per scoprire se tra il personale in organico a Palazzo Isimbardi - poco meno di 2.800 lavoratori - non ci fosse una figura professionale con adeguata esperienza che avrebbe potuto evitare al presidente e ai suoi assessori di ricorrere all’esterno «fornendo una prospettiva economica a tempo determinato ma sempre consistente a illustri sconosciuti» chiosa Giovanni De Nicola (An).
E tra la folta pattuglia di co.co.co. passata al setaccio spunta anche il caso dell’ex senatrice Giovanna Senesi. Che da Palazzo Isimbardi ha incassato 51.700 euro più altri cinquemila per «fondo spese di viaggio e soggiorno». Cinquantaseimila e 700 euro per un incarico di otto mesi che - tolti sabati e domeniche - fanno poco più di centottanta giorni e, bontà loro, non tutti lavorativi. Infatti, il controllo provinciale sulla consulenza si basa su «un’analisi periodica delle prestazioni rese e dei risultati ottenuti, acquisendo relazioni scritte intermedie e finali».
Niente male davvero per l’ex senatrice che ha nel cassetto un diploma di ragioneria e che al Senato arriva passando prima dalla segreteria della Filt-Cgil. Naturalmente, lei è stata incaricata per la sua personalità talmente di «alto profilo» da non essere «reperibile all’interno della struttura provinciale» né tantomeno «tra le risorse umane attualmente in organico della direzione centrale risorse ambientali e dell’ente» come recita la determina firmata dall’ex direttore centrale dell’assessorato all’Ambiente guidato dalla ds Bruna Brembilla. Relazione che non menziona un dettaglio: la signora Senesi è sorella di Alfredo, assistente di Giordano Vimercati, cioè il capo di gabinetto del presidente Filippo Penati.
Non solo i giri familiari, bastano le «amicizie» politiche. È il caso di Stefano Facchi. Sì, proprio lui, l’esponente del partito democratico che chiude ogni sua comunicazione scritta con «cari saluti ulivisti». Anche a Facchi coordinatore provinciale dei Cittadini per l’Ulivo, Palazzo Isimbardi ha offerto due incarichi per un totale di sessantamila euro «lordi, oltre all’Iva del 20 per cento e contributo previdenziale 4 per cento». Poco meno di centoventimilioni di vecchie lire, esclusi «rimborsi spese per missioni e trasferte», per «promuovere i diritti dei bambini e delle bambine».

Diritti dell’infanzia affidati a chi, curriculum alla mano, possiede un diploma di ragioneria, buona conoscenza dell’uso della posta elettronica e undici anni di «amministrativo» alla Pirelli. Che c’entra con i bambini? Bo’, chiedetelo a Penati.

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