Parigi, blitz della polizia: sgomberata la Sorbona

Alberto Toscano

da Parigi

Aria di rivolta e di lacrimogeni ieri notte alla Sorbona. È presto per dire se sia l'alba di un nuovo Sessantotto, ma certo è da qual famoso maggio che la più celebre università francese non viene occupata dagli studenti e attaccata dalla polizia. Solo che stavolta gli studenti erano centinaia, non migliaia. Erano entrati venerdì nell’ateneo con la ferma intenzione di mantenere quella posizione strategica. Il governo ha scelto la via dell'intervento immediato e alle 4 di ieri un imponente dispositivo di poliziotti ha stretto la morsa attorno all'università, in cui si trovavano ormai solo duecento studenti. Questi ultimi avevano disposto barricate con sedie, tavoli, poltrone e divani. Gli agenti le hanno polverizzate senza particolari problemi. Poi caccia all'uomo in aule e corridoi, ma quasi tutti gli occupanti sono riusciti a uscire, favoriti dal fatto che la polizia avesse chiuso un occhio sulla loro fuga.
Subito è scattato il tam tam dei telefonini. Altri giovani sono rapidamente arrivati nel quartiere latino, tutt'intorno alla Sorbona. Così è cominciata una raffica di incidenti, soprattutto lungo l'asse del boulevard Saint Michel, luogo «storico» degli scontri tra studenti e polizia: da quelli del ’68 a quelli che videro nel dicembre 1986 la morte del giovane Malik Oussekine. Gruppi di contestatori, inviperiti dallo sgombero della Sorbona, se la sono presa con le vetrine dei negozi del famoso boulevard. Soprattutto quelle di McDonalds. Gli agenti hanno risposto con lacrimogeni, cariche e inseguimenti. Il bilancio è di una trentina di feriti, soprattutto agenti di polizia. Il ministro dell'Interno, Nicolas Sarkozy, impegnato in una visita alle Antille francesi, ha deciso di rientrare precipitosamente a Parigi.
Alla base della protesta c'è il rifiuto giovanile del cosiddetto Cpe, sigla che in francese significa «Contratto per una prima assunzione». La legge istitutiva del nuovo contratto di lavoro è stata approvata definitivamente questa settimana dal Parlamento francese: d'ora in poi le persone di età inferiore ai 26 anni, assunte con il Cpe, potranno essere licenziate in modo molto più facile degli altri lavoratori. Il Cpe affida infatti alle aziende un totale «diritto di licenziamento» dei giovani per un periodo di due anni. Se l'assunzione verrà confermata dopo quella lunga fase transitoria, il giovane diventerà un salariato come tutti gli altri. Altrimenti dovrà cercarsi un altro posto e l'azienda potrà servirsi di altri suoi coetanei, reclutati in base al Cpe.
Sia le organizzazioni studentesche, sia i sindacati, sia i partiti d'opposizione rifiutano drasticamente il Cpe, che provoca perplessità anche nella maggioranza di governo (soprattutto tra i fedelissimi di Sarkozy).

Ma il primo ministro Dominique de Villepin, legato a doppio filo al presidente della Repubblica Jacques Chirac, vuole a tutti i costi l'applicazione della riforma. Di qui uno scontro campale, che sta dilagando in quasi tutte le università e in moltissime scuole superiori francesi.

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