A Parigi non è più Nadal

(...) dire: «Ma come si fa a perdere da un giocatore come questo!».
Ieri, per Rafa, gli ottavi di finale rappresentavano una formalità, una delle tante passeggiate che gli appassionati di tennis ormai conoscono a memoria. Da una parte la vittima, dall'altra il campione con le sue manie nel posizionare le bottigliette, la gestualità di sempre, così bene imitata da Novak Djokovic. Insomma: il celebre Centrale non presentava al pubblico niente di eccitante. Io, guardando Soederling, facevo una considerazione: «Gli uomini svedesi di solito sono biondi e belli. Questo è un tipo anonimo, un tennista dai capelli incolori, con una strana barbetta, che gioca di spinta, affidandosi a gesti molti ampi, quindi con la necessità di arrivare sulla palla con un timing perfetto oppure sono guai per se stesso». Non era una diagnosi sbagliata la mia.
Per Nadal, straordinario nello spintonare fuori dal campo i suoi avversari, non potevano esserci problemi. Poi, quando ho visto lo zio di Nadal concedere una intervista alla televisione durante un momento delicato del match (2 set a 1 per Soederling) anche il piccolo dubbio che il match potesse impensierire il n. 1 del mondo mi è uscito dalla testa! Ecco invece che, sovvertendo tutti i pronostici, dimenticando che cosa significa la paura, Soderling ha picchiato la palla sempre più forte. Forse si è ricordato di come i suoi antenati si lanciavano all'assalto. Lo facevano raccogliendo una pietra da terra per picchiarla con rabbia contro la bocca. Solo allora, sentendo il sapore del sangue, i vichinghi riuscivano ad esorcizzare la paura. Ieri Soederling battendo Nadal 6-2, 6-7, 6-4, 7-6 ha fatto il miracolo.
Nadal in conferenza stampa è stato molto severo con se stesso: «Non ho giocato bene. I miei colpi erano troppo corti e quando si gioca male è giusto che si perda. Devo solo accettarlo». Poi ha concluso: «La stagione va avanti». Ovvero arriva Wimbledon, ma la sconfitta di ieri può essere una piccola crepa nelle sicurezze del grande campione. Che, per colpa di Soederling, con il quale tra l’altro aveva avuto un vero e proprio scontro in campo sull’erba londinese nel 2007, non riuscirà a battere il record di Bjorn Borg a Parigi: «Mi aspetto un suo sms - ha detto in conferenza stampa lo svedese -. Durante il match ho continuato a dirmi: questo è solo un incontro, dimentica che lui è il campione del Roland Garros».
Oggi a Parigi inizia la seconda settimana.

È caccia grossa a un trono disponibile, il prestigiosissimo trono di Roland Garros: uscito Nadal, uscito già Djokovic, questa volta per Roger Federer è la grande occasione di vincere il torneo dello Slam che manca alla sua formidabile carriera. Vincendo qui raggiungerebbe Sampras a 14 titoli: praticamente un segno del destino.

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