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Parigi è di Ready Cash Ma con Oropuro e Miniero l’Amerique parla italiano

Domenica all’ippodromo parigino di Vincennes il fuoriclasse transalpino Ready Cash si è consacrato stella di prima grandezza aggiudicandosi con la sicurezza del più forte il Prix d’Amerique, tradizionale campionato del mondo del trotto. Il 6 anni francese, condotto con mano sicura ma leggera da Franck Nivard, stavolta ha evitato ogni divagazione (leggi andature irregolari) dominando senza discussioni lo svedese Maharajah. Nessuna fortuna per l’italiana Lana del Rio, in rottura dopo 500 metri. Ma l’allevamento italiano ha avuto modo di riscattarsi nel pomeriggio mettendo a segno due accoppiate di gran classe: Oropuro Bar-Ombretta Bar nel «Verroken», e Miniero As-Mahler Bigi nel Prix de Montreal.
Dal trotto all’equitazione, da segnalare che ieri presso il Casinò di Campione d’Italia si è disputata l’ormai tradizionale Notte degli Oscar, festa di premiazione per i migliori proprietari di cavalli da equitazione dell’anno passato. La manifestazione sponsorizzata da Audi, marchio molto attivo soprattutto nel polo e nell’endurance, ha raccolto l’adesione del Gotha dell’equitazione.
Nel frattempo, l’ippica non si sottrae a questo disgraziato periodo di crisi politica farcita di liti, incertezza e paradossi vari. Sentite cosa capita nel tribolato mondo del cavallo da corsa. Il disegno di legge presentato nei giorni scorsi dal ministro Galan in Commissione Agricoltura della Camera recita così, secondo le parole dello stesso successore di Zaia: «Per l’ippica occorre un finanziamento statale stabile, sganciato dal sistema delle scommesse come avviene per il Coni. Nel contempo l’Unire va riordinata: deve occuparsi dell’aspetto allevatoriale, concentrando le attività per il rilievo nazionale». Dichiarazioni perfettamente il linea con quanto sempre sostenuto dal ministro che vede di buon occhio anche il passaggio definitivo della gestione delle scommesse dall’Unire ai monopoli di Stato. Galan non ha mancato di lodare l’operato del Commissario straordinario dell’Unire, professor Claudio Varrone, sostenendo che le loro idee collimano, anzi sarebbero in perfetta simbiosi. Del resto, come vuole la legge, è stato lo stesso Galan a nominare il commissario che quindi dovrebbe essere suo uomo di fiducia a tutti gli effetti. Nessuno allora si aspettava la sparata del professor Varrone che domenica all’ippodromo di Pisa, durante la sua prima uscita pubblica, si è avventurato in dichiarazioni che vanno in senso diametralmente opposto a quelle del ministro: «Credo che sarebbe opportuno che le scommesse tornino a essere gestite dall’Unire che dovrebbe essere trasformato da ente pubblico in agenzia di servizi. Inoltre il modello Coni non mi sembra adattabile all’ippica».

Sorge un legittimo sospetto: ma i due si parlano? Di sicuro, viste le premesse, l’ippica è destinata a vivere sulla propria pelle un altro periodo di indicibile caos.

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