Parigi si batte per Draghi alla guida della Bce Oggi vertice Silvio-Sarkò: i nodi da sciogliere

Dopo il nullaosta di Berlino arriva quello francese. Per Sarkozy il banchiere italiano è il candidato di testa. Anche Madrid vede con favore la nomina del nostro governatore

Parigi si batte per Draghi alla guida della Bce 
Oggi vertice Silvio-Sarkò: i nodi da sciogliere

Roma - Per diventare presidente della Banca centrale europea esser bravi, competenti e affidabili è soltanto una pre-condizione. Il nome del candidato vincente è frutto di un delicatissimo negoziato politico fra i Grandi d’Europa: basti pensare che il primo mandato di presidente della Bce venne «diviso» in due tranches fra l’olandese Wim Duisenberg e il francese Jean-Claude Trichet, mentre la Germania aveva ottenuto la sede di Francoforte.
Trichet scade in autunno, il 31 ottobre. I capi di Stato e di governo dell’Unione decideranno il successore nel vertice del 24 giugno e pare proprio che il candidato più forte alla presidenza sia Mario Draghi. Oggi la questione potrebbe essere affrontata nel corso del vertice italo-francese di villa Madama, ha detto nei giorni scorsi un portavoce dell’Eliseo. E secondo un dettagliato servizio dell’agenzia internazionale Bloomberg, il presidente Nicolas Sarkozy considera Draghi il candidato di testa (leading candidate) per la successione al timone della Banca centrale europea.
Il sostegno francese giunge all’indomani di un’apertura tedesca alla candidatura del governatore di Bankitalia. Il ministro delle Finanze Wolfgang Schauble avrebbe definito Draghi il miglior prossimo presidente della Bce. Nessuna parola in proposito è giunta dalla cancelliera Angela Merkel, che con Schauble spesso discute animatamente. Ma il fatto è che la Germania non ha un candidato spendibile, dopo il ritiro ufficiale del governatore della Bundesbank Axel Weber. Si è parlato del presidente del Fondo europeo salva-Stati (l’European financial stability facility) Klaus Regling, che però non è mai stato un banchiere centrale. La caratura del personaggio non appare sufficiente per un posto di enorme responsabilità e prestigio come la guida della Bce.
Draghi resta così il candidato più o meno unico dei quattro grandi Paesi di Eurolandia: Germania, Francia, Italia e Spagna. Parigi non può ovviamente aspirare a un altro mandato immediato, dopo quello di Trichet. Il ministro delle Finanze spagnolo Elena Salgado avrebbe fatto sapere in via riservata che Madrid prende seriamente in considerazione la candidatura italiana. Gli altri nomi circolati nelle scorse settimane, dal lussemburghese Yves Mersch al finlandese Erkki Likkanen fino all’olandese Nout Wellink appaiono fuori gioco.
Si è detto: è corretto affidare la Bce a un banchiere centrale che proviene da un Paese altamente indebitato? L’obiezione è stata presto superata. Intanto, l’Italia non ha corso alcun rischio di tipo greco o portoghese, grazie all’avveduta politica economica del governo. Inoltre, spiegano fonti della City londinese, proprio un banchiere «mediterraneo» potrebbe essere il più adatto a convincere i Paesi più esposti al rischio debito a migliorare i conti pubblici e fare le riforme necessarie.

Inoltre, si ricorda che Draghi è presidente del Financial stability board, l’organismo tecnico istituito dal G20 per rivedere le regole della finanza alla luce della crisi. Grazie a questo ruolo, il governatore italiano è in stretto contatto con le autorità monetarie di mezzo mondo, dagli Stati Uniti alla Cina.

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