Cronaca locale

Dal Parini al Leonardo da Vinci gli studenti scelgono «il piacere»

Il Parini diviso tra piacere e felicità. Il Manzoni più orientato sulla prima ipotesi. Stessa cosa per lo scientifico Leonardo da Vinci. Gli studenti dei licei milanesi scelgono il saggio breve come prima prova della maturità, optando soprattutto per la traccia che mette in relazione grandi artisti come D’Annunzio e Botticelli con il tema supremo dell’edonè. L’analisi su un testo di primo Levi, pur apprezzata, non sfonda, così come i compiti sulle foibe e sul rapporto con la vita extraterrestre.
Al Parini è Andrea Ceresi il primo studente che, alle 13 di ieri mattina, fa capolino fuori dalle aule della maturità. Elegante camicia a righe, sguardo sornione e il sorriso di chi sa di aver fatto il suo, il giovane ha da subito le idee chiare: «Ho scelto gli Ufo: era la traccia su cui avevo più da dire, infatti ci ho messo solo tre ore. Domani (oggi, ndr) sotto con la versione di greco, che mi spaventa di più. Il futuro? Giurisprudenza». Sia gli studenti che i professori dell’istituto sono apparsi piuttosto soddisfatti della qualità degli argomenti. «I temi - sottolinea Giuseppina Orlotti, commissario esterno e professoressa di Lettere - erano più che fattibili: se uno sa scrivere, con queste tracce poteva dimostrarlo. Mi pare poi che l’operazione severità abbia funzionato più grazie all’esame di riparazione di settembre e alla presenza di un commissario esterno, che alla “minaccia" del cinque in pagella».
Vicino alla chiesa di Sant’Ambrogio, al liceo classico Manzoni, i ragazzi, a ora di pranzo, sono ancora rintanati nelle loro classi. Solo un gruppetto di giovani ha già consegnato il compito e confabula seduto sui motorini. «Le tracce - spiega Gionata Cavallini, terzo a uscire, mentre fuma tranquillamente un paio di sigarette - mi sono piaciute più di quelle degli scorsi anni. Io ho optato per il tema sulla felicità, quello in cui potevo spaziare di più. La traccia su Primo Levi, invece, non ce l’aspettavamo: credevamo tutti che ci sarebbe stato un tema sull’Unità d’Italia». «Anch’io - scandisce Francesco Polimia - ho fatto la felicità, ma il saggio sul piacere è stato quello più gettonato tra i nostri compagni».
Al Manzoni, nonostante le statistiche nazionali che parlano dell’aumento di mezzo punto della percentuale dei non ammessi, è stato respinto un solo studente per la prova finale secondo i dati della segreteria. Stessa cosa al Parini, confermano i ragazzi. Al liceo scientifico Leonardo da Vinci, in zona San Babila, invece, la segreteria non rilascia numeri. Percorrendo via Corridoni, dove ha sede l’istituto, sono due fidanzati affranti a spiccare in un’atmosfera pressochè festosa. «Mi hanno messa seconda agli orali - sbotta Giulia Scapone della quinta D, - dopo la più brava della classe. Come diavolo farò?». Anche qui ha trionfato il tema sul piacere, vero conquistatore dei licei milanesi. «Io - spiega Alice Donzelli della quinta G - mi aspettavo un’analisi del testo su una poesia: in classe avevamo fatto molto esercizio. Invece ci è capitato Levi: un peccato. Poi i temi sul rapporto tra giovani e politica e sull’analisi della felicità ci sono sembrati troppo ostici e generici». Ma la vera preoccupazione di Alice è la prova di stamane, il temuto compito di matematica: «Dovremo risolvere almeno un problema e cinque quesiti: per me che sono più portata verso le lettere e voglio studiare psicologia sarà un problema». Niente drammi per il suo spavaldo compagno, Roberto Bonanzinga, prossimo studente a Genova di Design navale e nautico: «Se ci saranno grossi problemi, beh...

ci arrangeremo tra di noi».

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