Parla Cavendish Domani la Milano-Sanremo

Una foto ce l'ha, ma ne vorrebbe un'altra: in maglia iridata. Una foto sul traguardo della Sanremo la conserva bene in vista, ma ne vorrebbe una con la maglia di campione del mondo: cose per pochi. Cose da campioni. Non accade dal 1983: fu Beppe Saronni, allora, a presentarsi tutto solo, baciato dal sole nella sua maglia iridata, sul traguardo di Sanremo, precedendo Bontempi e Raas. Dopo di lui, più nessun campione del mondo è riuscito a far sua la Classicissima. Tanti campioni ci hanno provato, ma la Sanremo non si è mai concessa da allora a chi indossava la maglia più prestigiosa del ciclismo. Mai come stavolta, però, da 19 anni a questa parte, il record sembra prossimo a cadere: tutti - tecnici, avversari, giornalisti, tifosi e bookmaker - sono d'accordo, infatti, nell'indicare in Mark Cavendish il grande favorito della Milano-Sanremo.
Tutto, in queste ore di vigilia, fa pendere la bilancia dalla parte del campione del mondo: la sua condizione è invidiabile e lo ha dimostrato chiaramente alla Tirreno-Adriatico dove il britannico ha vinto l'unica volata a ranghi compatti; la sua squadra, il Team Sky, è una delle più forti del lotto e soprattutto è votata al servizio del suo capitano e sarà preziosissima su e giù dal Poggio e nella corsa verso il traguardo del lungomare Italo Calvino; la sua maturazione sembra averlo reso ancora più determinato, ora che a quasi 27 anni sta per diventare padre. «È un motivo in più per fare bene, per mettere già un sigillo in una stagione che per me come uomo sarà indimenticabile», dice il campione dell'Isola di Man.
Nella stagione più importante della sua carriera - con quel traguardo olimpico verso il quale l'intera Gran Bretagna spera di spingerlo il prossimo 28 luglio - Cannonball ha iniziato davvero con il piede giusto: in un mese ha vinto due tappe al Giro dell'Oman, la Kuurne-Bruxelles-Kuurne e la tappa di Indicatore alla Tirreno-Adriatico, e ora punta dritto verso Sanremo. Una corsa che finora ha disputato tre volte, Cavendish: nel 2009, alla prima esperienza, colse subito il successo rimontando sul filo di lana l'australiano, allora tedesco di passaporto, Haussler; poi ha vissuto due edizioni difficili. Ma quest'anno è un'altra cosa. «L'essere indicato da tutti come favorito non mi preoccupa, in fondo non è una cosa nuova per me. L'importante è che i miei compagni ed io riusciamo a concentrarci: nella Sanremo se commetti un errore, rimediare diventa quasi impossibile. Ma io mi sento bene, molto bene: mi sento più forte di tre anni fa, quando vinsi a Sanremo». E se gli chiedi chi tema in particolare, risponde con un sorriso: «Tutti e nessuno. Ci sarà chi attaccherà da lontano, sulla salita delle Manie; chi farà il forcing sulla Cipressa; chi sul Poggio tenterà l'affondo a magari anche chi ci proverà nell'ultima discesa.

Infine, ci sarà Cancellara che tenterà in fondo alla discesa del Poggio e chi invece si batterà con me in volata. Ci proveranno tutti, ma io sono il campione del mondo. E domani parto per vincere. Contro tutto e tutti».

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