È stata archiviata l'indagine a carico dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano sul caso Almasri. A deciderlo è stato il tribunale dei Ministri. Nel provvedimento è stato riportato che "la Camera nella seduta del 9 ottobre ha deliberato di negare la richiesta di autorizzazione ai sensi dell'articolo 96 della Costituzione. E quando è negata l'autorizzazione l'assemblea della Camera competente ne dà comunicazione al collegio, che dispone l'archiviazione degli atti del procedimento, per mancanza della condizione di procedibilità, nei confronti dei soggetti a cui è stata negata l'autorizzazione. Il provvedimento di archiviazione è irrevocabile".
La decisione è un atto dovuto che prende atto di quanto deciso dalla Camera con ampia maggioranza anche in presenza del premier Giorgia Meloni, che si è simbolicamente, e non, schierata al fianco degli esponenti del suo governo. "Sono soddisfatto perché il risultato è andato anche oltre, numericamente, a quella che era l'aspettativa della maggioranza parlamentare: ciò significa che anche da parte di alcuni dell'opposizione vi è una riluttanza ad affidare alle procure della Repubblica delle competenze che dovrebbero essere squisitamente politiche", aveva dichiarato il ministro Nordio subito dopo il voto in Parlamento, riferendosi alla possibilità concreta che ci siano stati dei franchi tiratori nella schiera della sinistra, considerando il voto segreto.
Nonostante sia stata archiviata ufficialmente, già dopo il voto è stato annunciato dai legali degli accusatori di Almasri la richiesta al richiedere al tribunale dei Ministri "di sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato innanzi la Corte Costituzionale per ristabilire il principio previsto dalla nostra Carta Fondamentale secondo cui spetta all'autorità giudiziaria il potere di applicare la legge e garantire cosi la celebrazione del processo nei confronti di Nordio,
Piantedosi e Mantovano". Pietro Pittalis, relatore in Giunta per le autorizzazione a procedere, ha spiegato che Nordio. Piantedosi e Mantovano agirono "per un preminente interesse pubblico".