Consesso

Non c'è nessuno che ha più paura del sesso delle nuove femministe. Le cui madri, ironia dei corsi e ricorsi storici, furono coloro che liberarono le donne da tanti tabù

Consesso
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Il tema è troppo delicato per permettersi facili ironie. Quindi saremo seri. Anche se abbiamo fatto fatica a rimanerlo quando abbiamo letto la proposta di una senatrice del Pd che, sull'onda del caso Grillo, ha chiesto una nuova legge antistupro in base alla quale la donna, prima del rapporto sessuale, deve manifestare un consenso «consapevole, esplicito e continuato».

Noi siamo d'accordo. Nulla deve essere tutelato più dell'effettiva volontà della donna. Solo facciamo notare che esistono già leggi che puniscono come violenza l'atto sessuale senza consenso. E se pure conosciamo la tendenza a legiferare su ogni cosa del popolo italico - che nasce con lo ius Romanum e sopravvive da secoli con codici, cavilli e azzeccagarbugli ci chiediamo se sia necessario normare la sfera affettivo-sessuale con - di fatto - un ulteriore contratto preliminare.

Pensate agli approcci. - Ciao, sei meravigliosa. - Grazie, che gentile! Ti va di uscire a bere una cosa? Sì, certo. E magari poi andiamo a cena? - Che bello, sì! - Senti, allora se mi firmi 'sti due fogli passo da te alle 8.

Domande (serie). Visto che quella dei moduli è una boutade, come si certifica il consenso? E quel «continuativo» da parte di lei come lo si deve intendere? Non basta più «Sì sì ancora così!»? (dai, che battuta!).

Non c'è nessuno che ha più paura del

sesso delle nuove femministe. Le cui madri, ironia dei corsi e ricorsi storici, furono coloro che liberarono le donne da tanti tabù. Come quello che prevedeva il sesso solo nel matrimonio. Cioè dopo aver firmato un contratto.

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