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"Mi fa pensare ad Auschwitz". La caduta di stile della grillina sul dl Lavoro

Il decreto Lavoro, "ribattezzato 'decreto precariato'", paragonato alla scritta "il lavoro rende liberi" di Auschwitz da Cherchi. Lei si scusa: "Non volevo offendere"

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Ennesima caduta di stile alla Camera per il Movimento 5 stelle, stavolta per bocca dell'onorevole Susanna Cherchi, che ha paragonato il decreto Lavoro al campo di concentramento di Auschwitz. Parole che non sono passate inosservate, che sono state fortemente stigmatizzate dagli esponenti dei partiti di maggioranza e che sono state gravi al punto di spingere la stessa deputata a scuse pubbliche, sia al suo gruppo che all'intero parlamento.

"Questo decreto sembra quasi che si mettano d'accordo per trovare qualcosa che sia legato alla crudeltà mentale. Quando leggo decreto Lavoro, ribattezzato 'decreto precariato', mi viene da pensare alla frase scritta sul portone di Auschwitz: 'Il lavoro rende liberi'. Questo di Auschwitz è una crudeltà mentale che spinge...". Immediato l'intervento del presidente per redarguire l'esponente del M5s: "Non nominiamo Auschwitz così". Pronte le scuse in Aula da parte sua.

Evidente l’imbarazzo in chi ha assistito all'intervento dell'onorevole Cherchi in parlamento, anche nei suoi stessi compagni di gruppo, increduli davanti al paragone. "Cerco sempre di evitare attacchi diretti, ma questa collega ha esagerato. L'on. Cherchi del M5S ha appena accostato il decreto Lavoro ad Auschwitz. Un insulto. Chieda scusa e la smetta di dire idiozie, i suoi colleghi di partito si dissocino", ha dichiarato Rossano Sasso, deputato della Lega, tramite i social.

Presa di posizione netta anche da parte di Sala Kelany, deputata di Fratelli d'Italia: "In Aula a Montecitorio si è consumato un sfregio senza precedenti: il deputato del M5S Susanna Cherchi ha paragonato il decreto Lavoro alla frase 'il lavoro rende liberi' apposta sul cancello di Auschwitz. Parole inaccettabili che meritano una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche. Ma che allo stesso tempo ci danno la cifra esatta del livore con cui il M5S conduce la sua battaglia politica".

Probabilmente perché richiamata dai vertici, Susanna Cherchi ha poi fatto ammenda: "Ribadisco le mie scuse, già formalizzate nell'Aula della Camera, per il paragone improprio fatto durante il mio intervento in discussione generale del decreto Lavoro. Scuse che intendo rivolgere anche ai colleghi del mio gruppo parlamentare.

Chi conosce me e la mia storia sa che non era mia intenzione offendere la sensibilità di alcuno".

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