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Sinistra senza Speranza: in Basilicata flop dei fedelissimi all'ex ministro

Dopo il no alla candidatura, il flop dei candidati a lui più affini. Per l'ex ministro della Salute, le consultazioni in Basilicata sono state una clamorosa occasione persa

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Sconfitto, mazziato. Senza Speranza (nel vero senso della parola). Quello uscito dalle recentissime votazioni in Basilicata è un centrosinistra fatto a pezzi, sonoramente snobbato dalla maggioranza degli elettori lucani. Del resto, il 56,6 per cento delle preferenze ottenuto dal riconfermato governatore Vito Bardi non lascia spazio a particolari interpretazioni: il campo largo progressista ha fallito ancora una volta. La lista degli "attapirati" per il flop supponiamo sia piuttosto lunga, ma in essa un posto d'onore sembra spettare di diritto a Roberto Speranza. Per l'ex ministro della Salute, infatti, le consultazioni in Basilicata sono state una clamorosa occasione persa.

Dopo aver rifiutato la candidatura a presidente di Regione, con conseguenti scossoni all'interno del centrosinistra, l'esponente dem è rimasto a bocca asciutta anche a urne chiuse. Oltre al danno (per la coalizione), la beffa. Il candidato Antonello Molinari, considerato storicamente a lui vicino, non è infatti riuscito a essere eletto come consigliere regionale. E così, l'ex ministro di Giuseppe Conte ha assistito a un ulteriore insuccesso proprio nella regione che gli ha dato i natali. Nato a Potenza nel 1979, il politico dem era stato infatti individuato dai leader del campo largo come possibile portabandiera per tentare il colpaccio e sottrarre così la regione lucana al centrodestra. Le cose, però, sono andate diversamente.

Quando ormai mancava un mese alle votazioni, infatti, Roberto si era sfilato dalla corsa a motivo - aveva spiegato - delle pressioni e delle minacce di morte subite a causa del suo ruolo di ministro durante la pandemia. "Continuano incessanti le minacce di morte e gli insulti quotidiani da schegge della galassia no vax", aveva fatto sapere in un comunicato. Al di là delle specifiche motivazioni, tuttavia, quella decisione aveva creato non poche turbolenze nel centrosinistra, aprendo la strada al successivo pasticcio delle candidature di Domenico Lacerenza (poi ritiratosi) e infine di Piero Marrese.

Sebbene Speranza di fosse fatto da parte, l'impressione degli osservatori era che il suo spirito politico continuasse ad aleggiare, rappresentato da quei candidati ritenuti a lui più affini.

Ebbene, gli elettori lucani si sono espressi in direzione opposta.

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