
Nel 1978, in un'Italia attraversata da lotte politiche e tensioni sociali, il Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) nasceva come esigenza ed attraverso un compromesso derivante da un atto di visione collettiva. Un'Italia divisa ma visionaria.
Quattro i principi cardine: globalità delle prestazioni, universalità dei destinatari, eguaglianza del trattamento, rispetto della dignità e della libertà della persona. Oggi da più parti vengono sottolineati i rischi che ne minacciano la sopravvivenza dalle insostenibili liste di attesa, alle carenze di personale, alle disparità regionali per molti frutto di un sottofinanziamento rispetto alle esigenze. Terreno di scontro politico continuo con pressoché costanti accuse reciproche nel parlamento così come a livello regionale ed ancora più localmente. Critiche a volte concrete, altre volte accuse strumentali.
Le opposizioni accusano, i governi si difendono e questa polarizzazione non solo frena un possibile rilancio del Servizio Sanitario Nazionale, ma contribuisce ad accentuare la percezione negativa del nostro Ssn da parte degli italiani. Terreno di scontro sicuramente valido ed efficace dal punto di vista mediatico che aiuterà a far perdere ulteriore fiducia nel sistema ed accrescere quel 60% di italiani che considera l'Ssn insoddisfacente e di anno in anno peggiore.
La storia ci insegna, nel bene e nel male, la ripetibilità delle cose. Il '78 dimostra che le riforme nascono dal dialogo. Le opposizioni chiedono più fondi e difendono l'universalità, ma rischiano di limitarsi a critiche e gli attacchi di due giorni fa in aula sul Decreto Liste d'Attesa riflettono questa postura.
È un fatto che oggi esistono i numeri per una stabilità della legislatura fino al termine del mandato. Questo contesto non può che essere favorevole per eventuali riforme e per creare un «patto per la salute tra governo, opposizioni e regioni, sindacati di settore, industria, assicurazioni e privati, replicando lo spirito del 1978.
Tante proposte, troppi sembrano avere la soluzione a portata di mano, come se una singola azione possa rivoluzionare il sistema. Anche miliardi in più senza efficientamento non sarebbero la soluzione.
Combinare investimenti pubblici, assunzioni, formazione adeguata del personale, adeguata programmazione, digitalizzazione, prevenzione, equità sul tutto il territorio nazionale, aiuti alle industrie del settore che devono essere stimolate a produrre ed investire in Italia, una collaborazione con il privato quando ben gestito ed un dialogo con assicurazioni complementari, sono tutte azioni che posso far riprendere il Ssn e renderlo sostenibile e universale, più democratico, ma solo se coordinate tra loro nell'ambito di priorità decise in un comune patto per la Salute. Certo andrebbero messe da parte ideologie, particolarismi, interessi specifici, campagne elettorali, likes sui social e quant'altro.
È già successo nel 1978, vero è che non esistevano i social e forse non tutti avevano la tv e leggevano i giornali, ma l'astensionismo alle votazioni era meno del 10% e senza dubbio anche allora c'era una forte divisione. Oggi, apparentemente più connessi, legati, informati siamo invece troppo distanti, compresi i leader politici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.