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Soumahoro torna in campo: "No torture ai migranti". Ma ecco cosa dimentica

Aboubakar Soumahoro torna in campo contro i maltrattamenti e le torture che i migranti subiscono da parte dell'Europa. Ma la cooperativa della moglie non era da meno...

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Aboubakar Soumahoro torna in campo in difesa dei migranti. Il deputato di origini ivoriane, eletto con l’Alleanza Verdi e Sinistra e poi espulso dopo le note vicende che hanno riguardato la sua famiglia, oggi ha presenziato alla Camera una conferenza stampa dal titolo “Stop tortura e trattamenti disumani alle frontiere d’Europa”.

Poche le persone presenti in sala. Tra i relatori esponenti della società civile, Stefano Galieni, responsabile immigrazione di Rifondazione Comunista e un operatore culturale arrivato in Italia dalla Libia. L’obiettivo della conferenza stampa era quello di sponsorizzare l'Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), “un'azione politica dal basso” portata avanti per chiedere “lo stop delle torture e dei trattamenti disumani alle frontiere d'Europa ai danni di migranti e richiedenti asilo” e “una presa di posizione forte da parte dei governi locali e delle istituzioni europee contro queste torture”. Nel corso della conferenza stampa è stata duramente criticato l’accordo con l’Albania e i precedenti con Libia e Turchia dove da anni esiste “un’impietosa sospensione dei diritti umani”. Non ci sarebbe nulla di strano in questo tipo di affermazione, se non fosse per il fatto che a denunciare “abusi e violenze” a danno dei migranti sia Soumahoro. Il deputato, in questo momento, non risulta indagato in alcun modo per le vicende che riguardano la cooperativa Karibù, ma, come spiegherà stasera anche Striscia La Notizia, non poteva non sapere.

Sidy Traore, ex dipendente della cooperativa Karibu, al programma di Antonio Ricci ha confermato quanto già si sapeva: “Abbiamo avuto il problema dei termosifoni, il problema dell'acqua calda per fare la doccia. Il cibo pure non bastava: c'erano giorni in cui non c'era cibo. Siamo esseri umani e non possiamo vivere così". Soumahoro ha sempre dichiarato di non sapere nulla di quanto facevano i suoi familiari, ma aveva la sede della Lega braccianti proprio nelle strutture della cooperativa gestita da sua moglie Liliane Murekatete e sua suocera Marie Therese Mukamitsindo, recentemente finite agli arresti domiciliari per frode, riciclaggio e bancarotta."Lui la sapeva questa cosa, perché il suo ufficio stava proprio lì", conferma Traore che racconta di quando Soumahoro era stato informato della mancanza di cibo e di riscaldamenti. “Lui rispondeva: 'Aspettate'", racconta l’ex dipendente della cooperativa Karibu.

Tra il 2017 e il 2022, però, la moglie e la suocera di Soumahoro hanno ottenuto ben 25 milioni di appalti pubblici che usavano tra ristoranti di lusso, alcolici, alberghi a cinque stelle. Una vicenda che ha messo visibilmente in imbarazzo tutta la sinistra italiana e, nonostante ciò, Soumahoro continua a parlare di violazione dei diritti dei migranti…

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