da Milano
Era convinta che tutto fosse regolare, ma aveva anche «la certezza che il gruppo fosse gestito come cosa loro». Lo ha spiegato ieri Maria Martellini, ex sindaco di Parmalat Finanziaria, al processo a Milano per il crac dellazienda di Collecchio nel quale, tra gli imputati, figura lex patron Calisto Tanzi. Arrivata come sindaco indipendente nel 99, Maria Martellini, citata come testimone, ha raccontato di aver cominciato «a svolgere la mia attività con gran tranquillità» e di come le sue richieste di chiarimenti, «normali domande per un sindaco», venivano «trattate alla stregua di atteggiamenti di irriverenza, quasi di insubordinazione». La testimone ha dichiarato di aver sempre avuto risposte «tranchant, del tipo non ci faccia perdere tempo. Linterlocutore più difficile - ha aggiunto - era Fausto Tonna (ex direttore finanziario, ndr) che parlava di tutto, sapeva tutto e rispondeva di tutto».
Ripercorrendo la sua esperienza come sindaco di Parfin che durò fino al 2002, Maria Martellini ha anche detto che «la situazione era tale che tutto quanto cera veramente non si poteva conoscere. Non cerano gli strumenti per gestire con trasparenza». Lex sindaco ha anche affermato di non aver mai saputo di Bonlat, la società che, dopo lapertura dellinchiesta, si rivelò la discarica della multinazionale. «Allepoca non avevo elementi per dubitare della regolarità dei conti ma avevo la certezza - ha continuato - che Parmalat fosse gestita come cosa loro». Frase che la testimone ha pronunciato riferendosi a Tanzi, Tonna e Petrucci.
Il processo in corso davanti alla prima sezione penale del tribunale di Milano è stato aggiornato al prossimo 9 maggio. In quella data potrebbe essere sentito Tonna, lex direttore finanziario che ha già patteggiato la pena davanti al gup Cesare Tacconi lanno scorso.
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