da Milano
Il contenzioso legale tra risparmiatori e istituti di credito sul caso Parmalat segna un punto a favore di Banca Intesa che non sarà coinvolta nella class action in corso negli Usa sul crac. Il tribunale distrettuale di New York ha infatti accolto il ricorso dei legali della banca presieduta da Giovanni Bazoli e ha respinto la citazione contro Intesa, nellambito della maxi-causa collettiva avviata nellottobre 2004 da alcuni investitori istituzionali contro i principali ex-dirigenti del gruppo, i revisori dei conti e alcuni istituti di credito (Citigroup, Bank of America, Csfb e Bnl). Con unordinanza emessa nei giorni scorsi, il giudice Lewis Kaplan ha accolto le tesi difensive presentate dagli avvocati di Intesa, non riscontrando negligenza nelle operazioni svolte dallistituto con il gruppo Parmalat. Laccusa mossa nella class action contro dirigenti, revisori e banche è di avere avuto condotte tali da trarre in inganno il mercato sulle reali e gravi condizioni di Parmalat nel periodo tra il 1999 e la fine del 2003. I rilievi contro Intesa riguardavano in particolare i rapporti tra la filiale di New York della banca e la Wishaw Trading, la controllata uruguayana di Parmalat, al centro delle indagini per il suo ruolo di crocevia off-shore di flussi di denaro miliardari. Il tribunale distrettuale ha concluso di non ritenere provata la tesi che Banca Intesa potesse essere a conoscenza della reale situazione del gruppo alimentare.
Anche per quanto riguarda i rapporti con Wishaw non è emerso, secondo il tribunale, nulla di rilevante.
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