Parmalat, ora si lavora alla cordata italiana E Piazza Affari ci crede

Il titolo ha guadagnato l’1%, dopo il decreto che rinvia l’assemblea. E spunta Bnl

Parmalat, ora si lavora  
alla cordata italiana  
E Piazza Affari ci crede

Tempi supplementari per Parmalat, dopo il blitz dei francesi di Lactalis: la cordata italiana per salvare il gioiello dell’alimentare scalda i motori, forte del sostegno del governo che, con il decreto «anti-scalate» varato ieri, restringe il margine di manovra per le società straniere che vogliono prendere il controllo di aziende italiane. La Borsa ci crede: il titolo ha subito guadagnato l’1%. In base alle nuove norme, Parmalat potrà spostare a giugno l’assemblea già fissata per il 14 aprile, con all’ordine del giorno il rinnovo del cda. Che, a oggi, risulterebbe per la grande maggioranza (9 consiglieri su 11) in mano ai francesi, titolari di una quota del 29% circa del gruppo di Collecchio. Il decreto concede invece più respiro a Intesa Sanpaolo, che continua a lavorare per mantenere Parmalat in Italia: al progetto risulta partecipare anche Bnl, mentre si è tirata fuori Unicredit: «Non siamo coinvolti», ha detto l’ad Federico Ghizzoni. Il polo tricolore dovrebbe fare perno sul gruppo Ferrero, che vede al suo fianco Mediobanca.
Si delineano, intanto, alcuni particolari della scalata dei francesi; l’operazione è stata orchestrata da Société Générale, che tra l’altro ha acquistato in prima persona un pacchetto di Parmalat del 5,081% del capitale, stipulando con Lactalis un equity swap. Le azioni sono state poi rilevate dal gruppo francese, che è giunto così al 29%. Ma la strategia in difesa dell’italianità, su cui il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, si è impegnato anche attraverso incontri «con i principali soggetti interessati a far nascere un polo nazionale» in grado di competere sul mercato, trova in Confindustria un appoggio solo parziale. L’associazione critica la scelta di «interventi mirati» da parte del governo ma «auspica che nell’ambito delle corrette regole di mercato possa svilupparsi un polo di riferimento dell’industria alimentare italiana».
Intanto, si muove anche l’Antitrust: «Abbiamo chiesto informazioni a Lactalis e a Parmalat», ha detto il presidente Antonio Catricalà. Obiettivo, accertare la questione del controllo dell’azienda, ovvero se l’acquisizione del 29% da parte del gruppo francese rappresenti di fatto una concentrazione.


Sul tema è intervenuto anche il presidente della Consob, Giuseppe Vegas: «Nel passato molte imprese italiane si sono difese dalle scalate con il sistema delle scatole cinesi - ha affermato - ora questo meccanismo agevola invece le scalate, visti anche i livelli di quotazione bassi».

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