Parmalat, rinvio a giudizio per quattro banche estere. L'accusa: aggiotaggio

Il Gup di Milano alla fine dell’udienza preliminare per il fallimento della multinazionale ha deciso di far processare Ubs, Deutsche Bank, Citigroup e Morgan Stanley. Nextra (società di gestione risparmio di Banca Intesa) patteggia

Parmalat, rinvio a giudizio per quattro banche estere. L'accusa: aggiotaggio

Milano - Il Gup di Milano, Cesare Tacconi, ha rinviato a giudizio quattro banche estere alla fine dell’udienza preliminare per il crack Parmalat. Il 22 gennaio davanti ai giudici della II sezione del Tribunale di Milano saranno processate Ubs, Deutsche Bank, Citigroup e Morgan Stanley insieme a 13 dirigenti degli istituti di credito. Le banche rispondono di aggiotaggio in relazione alla violazione della legge 231 sulla cosiddetta responsabilità oggettiva per non aver predisposto il modello organizzativo adatto a prevenire la commissione di reati. Patteggia la fine Nextra, società di gestione risparmio di Banca Intesa.

Citigroup: noi estranei ai fatti Rinviata a giudizio per presunto aggiotaggio, Citigroup si dice convinta che "il vaglio dibattimentale consentirà di accertare l'estraneità ai fatti contestati". E' quanto si legge in una nota diffusa dall'istituto di credito americano. "Citigroup - si legge nella nota - e il proprio dirigente, Paolo Botta, certi che la decisione del Gup sia stata determinata dalla ben nota limitazione probatoria che caratterizza l'udienza preliminare, ribadiscono la loro totale fiducia nella giustizia. Essi sono infatti certi - viene spiegato ancora - che il vaglio dibattimentale consentirà di accertare la loro totale estraneità ai fatti contestati e confermerà che Citi fu parte offesa della più grave bancarotta fraudolenta della storia italiana del dopoguerra".

La difesa Ubs: Gup opinabile su giurisdizione La decisione del Gup Tacconi solleva dubbi nella difesa di Ubs che definisce "opinabile" la scelta del giudice per quanto riguarda profili di giurisdizione.

"Il giudice - ha osservato l'avvocato Giuseppe Bana - ha ritenuto applicabile la legge 231" relativa alla responsabilità amministrativa dell'impresa, "dando una sua interpretazione alla normativa e ritenendo soggette" alla stessa norma "anche le banche straniere che non hanno sede in Italia".

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