Milano Primarie del centrosinistra e elezioni entro sei mesi. Giuliano Pisapia boccia la manovra («Misure che colpiscono sempre gli stessi») e segna la scadenza del governo Monti. Non andrà oltre giugno pronostica il sindaco di Milano intervistato ieri da Lucia Annunziata a In mezzora. Parla più da leader nazionale che da amministratore comunale e immagina che dalla situazione «chi rischia di uscirne peggio è il Pd», un partito che «aveva ormai un consenso notevolissimo» ma «lappoggio a misure che dal proprio elettorato sono viste in negativo potrebbe indebolirlo e creare frizioni anche allinterno di un partito che è fondamentale per la coalizione del centrosinistra».
Pisapia indica la strada e (guarda caso) sostiene che la soluzione per non implodere a sinistra è «seguire il modello Milano», dove «siamo partiti dal basso e un anno prima delle elezioni». Dunque: scegliere «fin da subito un candidato con le primarie» e «lavorare già ad un programma di alternativa per prepararsi al voto entro sei mesi».
O il rischio è «allargare la spaccatura nel centrosinistra» e «far recuperare consensi al centrodestra». Il governo Monti «deve fare scelte che nessun altro avrebbe avuto il coraggio di fare. Ma bisogna dire apertamente che questo governo non può durare fino alla scadenza naturale. Bisogna risolvere i problemi urgenti e poi tornare al voto».
A catapultarlo nella realtà di Palazzo Marino è il capogruppo del Pd milanese. Per Carmela Rozza «se avrà i risultati sperati questo governo potrà concludere la legislatura, cercare un leader oggi non è la priorità di chi tiene davvero al Paese». Modello Milano.
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