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Parole chiave e altri segreti

L’attribuzione a Shakespeare, coautore insieme con John Fletcher, di «Double Falsehood» si basa essenzialmente su due filoni d’indagine. Il primo riguarda la presenza nel testo di un insieme di parole ben attestate nelle opere di Shakespeare ma assenti in quelle del coautore Fletcher. Spiega il professor Brean Hammond, dell’Università di Nottingham: «Un piccolo ma significativo esempio è il termine absonant \: è stato coniato da Shakespeare stesso. Il termine è sconosciuto agli altri autori». Il secondo filone poggia invece sulla ricostruzione dei rapporti fra Shakespeare e John Fletcher, suo collaboratore e successore come «autore ufficiale» della compagnia «The King’s Men». Lewis Theobald nel 1727 presenta «Double Falsehood», asserendo di essersi basato su manoscritti di Shakespeare (perduti anni dopo nell’incendio del «Globe Theatre»). Gli viene subito contestata l’autenticità: a molti scettici sembra di vedere nell’opera la mano di John Fletcher e non del maestro. Il punto decisivo è proprio questo. Spiega Jonathan Bate, professore all’Università di Warwick: «All’epoca di Theobald nessuno sapeva che Shakespeare e Fletcher avevano collaborato in altre due commedie, “Enrico VIII” e “I due nobili cugini”». Risultato: se «Double Falsehood» fosse un falso, bisognerebbe ammettere che Theobald fosse l’unico a essere al corrente della collaborazione, argomento che non usò per difendersi; e che egli fosse inoltre in grado di riprodurre lo stile di entrambi gli autori. Troppo difficile. Conclusione di Bate: in «Double Falsehood» ci sono almeno tracce indirette del Bardo. Naturalmente, arrivano anche le prime osservazioni critiche verso questa ricostruzione.

Sul «Times», a esempio, si osserva che le caratteristiche della trama, per quanto ispirata al «Don Chisciotte» di Cervantes, sono tipiche della commedia del XVIII secolo. Stanley Wells, direttore delle «Oxford Shakespeare Series», ritiene invece che il dramma conservi maggiormente l’impronta di Fletcher rispetto a quella di Shakespeare.

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