Le parole giuste Da «seduzione» a «mandibola normoruotata»

A occuparsi di bellezza una volta erano i poeti e gli animi sensibili. Adesso invece a farlo sono soprattutto i medici. Logico quindi che sia cambiata la lingua usata per parlarne. Per raccontare la bellezza, insomma, non si usa più l’italiano ma il chirurgoplastichese. Ecco le conclusioni della ricerca commissionata dalla Società italiana di Ortodonzia sui canoni estetici del fascino femminile. Secondo lo studio gli elementi imprescindibili di un bel volto di donna, testualmente, sono: 1) la mandibola normoruotata ben delineata, con un (osso, ndr) mascellare più largo e prominente proporzionato alla protusione del labbro inferiore e armonico con il labbro superiore più pronunciato; 2) un disegno frontale delle labbra ben delineato, con un ben pronunciato filtro di cupido, il naso proporzionatamente più piccolo con un conseguente profilo rettilineo dei tessuti molli; 3) una distanza bipupillare in armonia con il disegno del sopracciglio e l’altezza della fronte, ben rappresentata e più spaziosa; 4) lo zigomo, espressione della regione intermedia del viso, ben rappresentato ma non eccessivo.


D’altra parte sui siti di odontoiatria e ortodonzia, quella branchia dell’odontoiatria che si occupa di mascelle e posizione dei denti, si leggono frasi come queste: «Il labbro femminile ideale è caratterizzato da mucosa ben estroflessa e presente, turgida ma mai tesa. Il prolabio non deve essere lungo in misura tale da diminuire l’esposizione dei denti nel sorriso... Le salienze devono essere ben presenti, ma mai sopravanzare la mucosa».

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