Alessia Marani
Atti osceni e casi di libidine nei confronti dei minori che frequentano oratori e attività parrocchiali. Queste le gravi accuse con cui ieri allalba è stato arrestato don Massimiliano Crocetti, 36 anni, originario di Montefiascone e dal 2004 alla guida del complesso parrocchiale di San Giorgio Martire, patrono di Oriolo Romano, centro di 2400 anime a metà strada tra Viterbo e la Capitale. Gli agenti lo hanno portato via dalla canonica sotto gli occhi increduli dei fedeli, su ordinanza emessa dal gip Mautone della Procura viterbese che ne ha comunque successivamente disposto i domiciliari in una località sconosciuta. In precedenza don Massimiliano era stato destinato anche a Vetralla, come viceparroco. E non è chiaro se i casi contestati al sacerdote siano relativi a fatti recenti o collegati al passato. «Abbiamo fondati motivi per ritenere - spiega il sindaco del piccolo comune medievale, Italo Carones - che negli episodi incriminati non siano coinvolti minorenni del nostro paese. È probabile che le indagini si riferiscano a periodi in cui lo stesso ricopriva altri incarichi».
A Oriolo, la comunità è sconvolta: «Abbiamo partecipato tutti assieme pochi giorni fa alla processione ferragostana per la Madonna della Stella - dicono al bar centrale -, non potevamo davvero immaginare che si sarebbe presto scatenata una bufera simile». Ad aprile a Pomezia, cittadina industriale a Sud di Roma, la «scure» si era abbattuta su padre Marco Agostini, 43 anni, ex direttore delloratorio di San Benedetto, accusato di abusi sessuali pluriaggravati e continuati su minori. Il suo vice, don Germano, indagato per favoreggiamento. Poi, l11 agosto, il drammatico epilogo: don Marco si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo nella casa materna, allAlessandrino, dove stava scontando i domiciliari.
La Curia viterbese, intanto, ha incaricato lavvocato Severo Bruno di occuparsi della difesa del sacerdote, mentre la famiglia, residente a Montefiascone, ne ha nominato un altro di propria fiducia. «Non conosco ancora gli atti - ha detto Bruno -, quindi non sono in grado di fare alcuna dichiarazione». Sulla vicenda è intervenuto il vescovo di diocesi di Viterbo, monsignor Lorenzo Chiarinelli. «Provo sentimenti di profonda amarezza, profondo dolore e grave sconcerto. Ma questi, come ho detto, sono sentimenti. Per potermi esprimere compiutamente sui fatti contestati a don Massimiliano - ha affermato il vescovo - devo conoscere gli elementi su cui si basa laccusa». «Sono stato informato della vicenda da poco - ha aggiunto il vescovo - ed è stato un vero e proprio fulmine al ciel sereno. Ora vedremo se seguirà un temporale o meno.
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