Il parroco denuncia: «Mi hanno chiesto cinquanta voti in cambio di soldi»

Donnici (Cosenza)La comunità di Donnici, piccolo centro alle porte di Cosenza è sotto choc. Le parole del parroco, don Tommaso Scicchitano, pronunciate alla fine della messa nella domenica delle Palme, hanno lasciato senza fiato i fedeli presenti nella chiesa del quartiere dedicata alla Madonna delle Grazie, nel piccolo centro alle porte di Cosenza. «Non mi sono piegato alle richieste di alcune persone del posto, che mi hanno avvicinato in pieno clima elettorale, promettendomi il loro interessamento per sbloccare un finanziamento di 150mila euro utile a completare i lavori di ammodernamento della chiesa».
Siamo a Donnici, periferia di Cosenza: una comunità di tremila anime circa che don Tommaso cura da tre anni, da quando è stato mandato lì dall’arcivescovo di Cosenza monsignor Salvatore Nunnari. La domenica delle Palme è sempre stata per la chiesa una delle giornate più importanti. Una celebrazione normale fino a quel momento. Poi il saluto finale di don Tommaso che ha choccato i suoi parrocchiani. «Prima di andare via devo parlarvi di un fatto grave», ha tuonato. «Sono il parroco di tutta la comunità di Donnici, amo i miei fedeli dal primo all’ultimo, non ci sono distinzioni, e intendo portare avanti il mandato di nove anni che mi è stato assegnato dall’arcivescovo».
In chiesa è calato il gelo. Ma don Tommaso ha proseguito: «Abbiamo per le mani 150mila euro, ma dobbiamo spostare cinquanta voti. È questa la proposta che mi è stata fatta. Ma mi sono opposto, non sono in vendita. I soldi per la chiesa spero di trovarli in modo lecito, senza che la comunità ne risenta». L’atteggiamento di don Tommaso, evidentemente non è piaciuto ai suoi «amici» che starebbero lavorando addirittura per fare trasferire il parroco. Don Tommaso si è reso disponibile con tutti i parrocchiani, i giovani soprattutto, senza distinzione. Qualche segnale gli era arrivato e lui aveva risposto con grande fermezza. Ma di fronte a una proposta in cui potrebbe configurarsi il reato di scambio di voto ha reagito energicamente denunciando pubblicamente quanto accaduto. I parrocchiani gli si sono stretti intorno, lo hanno applaudito per incoraggiarlo. Molti lo hanno incontrato in sacrestia, alla fine della messa, per esprimergli solidarietà. «Da Donnici non mi muovo», ha ribadito, «non coltivo ambizioni, non sono tipo da assoggettarmi a giochi di potere che non devono fare parte della vita parrocchiale». Il giorno dopo ci ha detto: «Dobbiamo essere liberi. La politica deve essere libera. Non possiamo essere schiavi. Per questo ho denunciato quanto è accaduto.

Dobbiamo avere il coraggio di collaborare ma non di piegarci e farci mettere sotto da nessuno. Il mio orgoglio è che nessuno può venire a dirmi: tu hai fatto questo o eri con quello. Io sono con il Signore e Dio e con tutti».

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