Il parroco del Giambellino: «Noi, ostaggi dei bulli»

Dal Giambellino negli ultimi mesi sono partite due lettere. Destinazione: il Comune di Milano. Ma per il momento non è arrivata nessuna risposta. Eppure il motivo per cui viene interpellato Palazzo Marino non è di poco conto. Ci sono di mezzo i bulli, gli anziani che non dormono, la droga, le adolescenti che si sentono minacciate e hanno paura a uscire da sole. A denunciare il degrado di cui è ostaggio il quartiere della periferia sud di Milano sono i parroci. Don Guglielmo si è fatto portavoce delle lamentele che ogni don ha raccolto in chiesa e in oratorio parlando con la gente. «Vorremmo avere delle riposte - dice ora amareggiato -. Vorremmo che il quartiere fosse più tranquillo». Ma così non è.
A fare le spese delle scorribande dei bulletti, di furti e furtarelli, sono soprattutto i residenti di largo Fatima. Lì i ragazzini delle bande girano con i motorini a tutto gas fino alle 5 del mattino, bivaccano ai giardinetti con birre e musica a tutto volume. Gli anziani ogni tanto hanno osato chiedere un po’ di silenzio urlando dalla finestra. Ma si sono sentiti rispondere con grasse risate. «Sono bande di ragazzotti fra i 13 e i 18 anni - racconta Don Guglielmo, esasperato dalla situazione - e per la maggior parte sono italiani. Vengono da famiglie nelle quali i genitori si prendono poca cura di loro e stanno in giro fino all’alba».
Il problema non è nuovo. Già l’anno scorso, infatti, il Giambellino è stato per tutta l’estate ostaggio dei bulli: le baby gang avevano preso di mira gli oratori e avevano rubato il computer della parrocchia, i cellulari dei compagni. Non solo, capi-bulli si piazzavano all’ingresso dell’oratorio feriale e aspettavano i più piccoli per minacciarli e farsi dare soldi e I pod. Tanto che i preti erano arrivati a organizzarsi in una sorta di servizio di bodyguard fuori dalla parrocchia. «Tante famiglie mandano i figli in oratorio perché sanno che lì possono stare al sicuro - denunciavano -. Non vogliamo escludere nessuno, ma dobbiamo garantire sicurezza, soprattutto ai bambini più piccoli».
Quest’anno ci risiamo. E il bersaglio, adesso, non sono più solamente gli oratori ma tutto il quartiere, dove vivono tanti anziani e dove la notte non si dorme più. Schiamazzi nel cuore della notte, stereo a tutto volume, rumore di bottiglie di birra gettate a terra sono ormai un grande classico dell’estate del Giambellino. «Non sappiamo più come fare - denuncia ancora Don Guglielmo - per questo abbiamo chiesto l’intervento del vicesindaco Riccardo De Corato. Presi singolarmente, i ragazzi delle bande ascoltano e sono ragionevoli. Ma in gruppo danno retta solo al loro capobanda e non c’è verso di dialogarci assieme. Le ragazzine sono tutte un po’ facili, o almeno così si atteggiano. Come parroco io cerco di capire tutti. A molti sono anche riuscito a trovare un lavoro. Ma alla fine è inutile perché lo mollano dopo pochi giorni, guadagnano molti più soldi spacciando droga e mettendo a segno qualche furtarello».
A monte di atteggiamenti così da spacconi c’è quasi sempre lo stesso scenario: una famiglia latitante, genitori assenti o violenti.

L’appello dei parroci per raddrizzare i ragazzino sbandati è rivolto non solo al Comune ma anche alle scuole, perché educhino là dove i genitori non lo fanno. «Nelle bande - spiegano i don - ci sono ragazzini sempre più giovani, vorremmo riuscire a fermare questa triste abitudine».

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