Il parroco di Rignano accusa: "Qualcuno cerca pubblicità"

Il parroco di Rignano accusa: "Qualcuno cerca pubblicità"

Roma - Tra pubblici attestati di solidarietà televisiva e omelie polemiche, nemmeno la prima domenica dopo gli arresti per pedofilia può dirsi tranquilla per Rignano Flaminio. I cancelli dell’asilo "Olga Rovere" (nella foto) restano chiusi, nessun bimbo gioca nel giardino, nessuno si muove dietro i vetri un tempo trasparenti e poi «oscurati» dopo il blitz che a ottobre scorso ha gettato le prime ombre su quella che un tempo era una scuola materna modello ma che secondo la procura di Tivoli era diventato un nido di orchi.
A far sentire la sua voce, ieri, è stato il parroco del paese sull’antica via Flaminia, don Enrico Rocchi, che tutti a Rignano chiamano don Erri. Lo ha fatto in chiesa, durante la celebrazione della prima comunione per un gruppo di bambini. E ha solo sfiorato l’argomento, lanciando un’accusa piuttosto enigmatica: «Sono giorni tristi, ma qualcuno proprio in questi giorni sta cercando di farsi pubblicità». Per lui, che aveva solidarizzato con le indagate all’inizio dell’inchiesta (e due delle maestre erano sue catechiste), e che dopo gli arresti aveva invitato tutti a «un momento di riflessione», è una replica quasi conseguenziale a quelle parole. E ci torna su, nella sua omelia, solo un’altra volta, per ribadire lo stesso concetto, invitando i protagonisti della vicenda, forse anche quelli istituzionali, a una maggiore prudenza: «Tutti vogliono parlare, anche a rischio di violare il segreto professionale o istruttorio. Rischio che io non voglio correre». E infatti, dopo la messa, è lui che corre via, in sella alla sua vespa, dribblando i cronisti.
Intanto le tre maestre, Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci e Silvana Magalotti, la bidella Cristina Lunerti, il benzinaio cingalese Kelum Weramuni De Silva e l’autore televisivo Gianfranco Scancarello sono in carcere, in attesa dell’udienza del Riesame, che nei prossimi giorni deciderà sulla concretezza del teorema accusatorio e sulla fondatezza dei sei arresti. Dopo che l’interrogatorio di garanzia ha revocato l’isolamento per tutti, nell’ala femminile del penitenziario romano di Rebibbia le tre insegnanti e la bidella possono incontrarsi. Trascorrono insieme gran parte delle «ore di socializzazione», anche perché, per loro tutela, vengono tenute separate dalle altre detenute, come spiega il legale della Magalotti, Giosuè Naso: «Le stanno preservando dalle altre per vedere come il carcere reagisce alla loro presenza». Così si confrontano sulla terribile accusa che le ha portate dietro le sbarre e che tutte rigettano, commentano le scelte dei rispettivi avvocati e aspettano gli sviluppi di un’inchiesta che le dipinge come mostri. «La Magalotti - racconta ancora il suo difensore, che l’ha incontrata sabato mattina - è amareggiata ma determinata, indignata per le terribili accuse ma serena. È convinta che non sia possibile che questa vicenda non possa trovare il suo unico epilogo logico, cioè che tutti siano scagionati, e sa di aver comunque pagato un prezzo già alto per tutta questa storia».
Infine, la divisione tra colpevolisti e innocentisti ha visto ieri schierarsi con i secondi lo staff del programma «Buona domenica».

Roberto Cenci, Stefano Jurgens, Cesare Lanza, Marco Luci, Paola Perego, Marco Salvati e Silvia Zavattini hanno solidarizzati con il collega Scancarello: «Abbiamo accolto con incredulità le notizie che lo riguardano e siamo certi che presto Scancarello potrà essere scagionato da ogni accusa e da ogni dubbio».

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