Parsons: la nostra missione è volare sopra tutte le paure

La Dance Company più famosa degli Usa torna allo Smeraldo con un nuovo repertorio

Ferruccio Gattuso

Quando i tempi si fanno grami, il rifugio è uno solo: la Bellezza. Da intendersi nella filosofica accezione cui ricorrevano gli antichi greci: bellezza totale, interiore ed esteriore, magico equilibrio di armonia e nobiltà, estetica e bontà. È così che la pensa David Parsons, celebre coreografo, ballerino, e insomma artista americano la cui omonima formazione - la Parsons Dance Company - attraversa il mondo dal 2001.
Per questa "missione", a dire il vero, il coreografo originario dell'Illinois, terra di blues più che di danzatori, ha scelto di relegarsi dietro le quinte, e lasciare il palcoscenico ai suoi ballerini, accuratamente selezionati, anno dopo anno, tra i migliori giovani talenti sparsi per il globo.
«In questo momento la ricerca del bello e dell'arte si fanno più impellenti - spiega il coreografo e ideatore dello spettacolo, in cartellone al Teatro Smeraldo da martedì 24 al 5 febbraio -. Molti uomini di potere stanno usando la paura come arma per consolidare le proprie posizioni. Sono uomini ai quali conviene che la gente si lasci condizionare da questo sentimento. Missione del ballerino è volare sopra la paura, senza farsi manipolare da questo morbo contemporaneo. Così deve fare anche la gente comune, tuffarsi nell'arte. È per questo che il messaggio finale del mio spettacolo è improntato alla positività, alla convinzione che si debba appartenere a una comunità, pur mantenendo la propria dignità di individui». Parsons Dance, nel suo nuovo repertorio (dieci ballerini pescati da Usa, Argentina, Olanda) e perlomeno agli occhi del suo creatore, non sarà quindi solo un affascinante sposalizio tra musica e corpo, tra armonia e coreografia, ma una piccola grande battaglia estetica e, perché no, filosofica.
Quattro i nuovi numeri nello show: Wolfgang, Hush, Shining Star e Dance Hand. Come di tradizione, quello di Parsons è un viaggio a cavallo dei generi musicali, rifiutando ogni steccato culturale e geografico: «Wolfgang - spiega il coreografo - è un tributo a quell'immenso genio che è stato Mozart, nel duecentocinquantesimo della sua nascita. Con questo numero, interpretato da tre coppie di danzatori, spero di avvicinare i più giovani a questo compositore unico. Hush si svolge sulle note del brano dei Dave Matthews Band, un gruppo pop-rock americano poco conosciuto in Italia ma celeberrimo negli States. Il numero è nato per l'inaugurazione di un teatro in Virginia, lo stato dove Dave Matthews ha sempre vissuto».
Le altre due novità promettono di divertire non poco il pubblico, come spiega ancora Parsons: «Dance Hand mette in mostra le incredibili potenzialità coreografiche delle mani: le mani possono offrire una spettacolarità impensabile. Oltretutto, ci ricordano quale splendido oggetto di espressività siamo noi uomini, in ogni nostro particolare. Shining Star è un viaggio nella dance music degli anni Settanta, in particolare in quella degli Earth Wind & Fire, mitica band che ha fatto della ballabilità delle proprie canzoni, ma anche di un ottimismo contagioso, la propria ragione di esistenza.

Questo numero strappa applausi al pubblico ancor prima che i danzatori siano entrati in scena, quando ancora musica e luci sono le sole protagoniste». Non mancherà, infine, la ripresa dell'assolo Caught, nel quale le luci stroboscopiche regalano l'illusione che il ballerino sia sempre «in volo».

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