 
da Torino
Il modello Torino funziona a regola d'arte. Apre oggi al pubblico Artissima, unica fiera in Italia dedicata solo all'arte contemporanea: all'Oval (nella foto), fino a domenica, main partner Intesa Sanpaolo. Per questa 32esima edizione presenta 7 sezioni (di cui una di disegni), 176 gallerie italiane e straniere (tanta Est Europa e Sudamerica) e smuove conferma un recente studio un indotto di 5 milioni di euro. Qui, dopo essere passati da Londra e dalla maestosa Art Basel di Parigi appena conclusa, approdano i big collector, i collezionisti dal portafoglio ampio, e qui si reca fiducioso anche il collezionismo nostrano e "borghese".
È il direttore di Artissima Luigi Fassi a usare il termine, per delineare lo spirito che alimenta un sistema virtuoso in cui istituzioni e fondazioni si parlano. Una prova? Il calendario (notevole per densità e qualità) di mostre che inaugurano in contemporanea sul contemporaneo in questi giorni: dalla Pinacoteca Agnelli, alla GAM, passando il MAO, la Fondazione Merz, OGR, il PAV e, per una gita fuori porta, il Castello di Rivoli. "Qui l'arte contemporanea non è un vezzo, un corollario: è nelle radici di Torino, città che sa vivere d'arte e di cui Artissima è il metronomo", ci dice Fassi. Quest'anno si celebrino poi con una mostra in due sedi, incluso il MAUTO - i 30 anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, creatura di Patrizia, "la signora dell'arte in Italia", e simbolo di un collezionismo privato che diventato patronage.
In città questa è chiamata la settimana santa: in fiera si respira un'aria frizzantina (l'arte resta pur sempre un investimento): da non perdere le foto di Guido Guidi da Viasaterna, i progetti di Arcangelo Sassolino per Repetto e Galleria Continua, i ritratti di Ruben Gideon ed Emilio Gola da Monica De Cardenas, i lavori di Gian Maria Tosatti e Shirin Neshat da Lia Rumma, quelli di Marinella Senatore da Mazzoleni, di Adelaide Cioni da P420.