Paola Setti
Claudio Galante ci prova da mesi invano a convincere i suoi. Adesso che è la Corte di Cassazione ad aver detto che sì, si può fare il sindaco anche al terzo mandato, il primo cittadino di Brugnato è da giovedì sera che brinda e risponde a chi, «e sono tanti mi creda», telefona per incoraggiarlo.
Galante, lei la poltrona proprio non la vuole mollare.
«Guardi che qui non è questione di poltrone, farei molta meno fatica a tornarmene a casa»
E allora perché questa battaglia per restare?
«Per almeno due motivi. Intanto perché ho troppi lavori in sospeso, opere importanti che vanno portate a termine: dobbiamo completare la pavimentazione di due piazze del centro storico, e in questi periodi di ristrettezze le risorse vanno cercate con i salti mortali. E il nuovo complesso scolastico, ci abbiamo messo le Medie ma dobbiamo farci andare anche la Materna e le Elementari».
Tutte cose che potrebbe fare il suo successore.
«Lesperienza mi dice che è troppo rischioso».
Ma Brugnato non è unisola azzurra?
«Sì, una felice isola azzurra».
E allora è probabile che il suo successore sarà di Forza Italia come lei e non lascerà a metà le opere.
«Lazzurro è un colore, ma ogni sindaco ha le sue idee»
La verità è che lei vuol tagliare il nastro.
«No guardi del nastro me ne frego. Anche perché la gente non è stupida e sa benissimo che quelle opere senza di me non ci sarebbero neppure state».
Secondo motivo?
«Questa legge è ingiusta: devono essere gli elettori a dire che Galante deve andare a casa, non la legge»
Sarà ingiusta ma vuol garantire che un sindaco non porti avanti i propri interessi, dopo tanti anni al potere.
«Ah sì? E allora perché non la fanno anche per i parlamentari, quando alcuni sono allottavo mandato? E poi così si offendono gli elettori, come se non sapessero che spesso gli uscenti restano a fare i sindaci ombra».
Ma se lei si candida la sua lista rischia di essere cancellata.
«Falso, il mio studio legale, che è lo stesso del sindaco Elio Ottino che ha vinto il ricorso sul terzo mandato a Salerano Canavese, in provincia di Torino, dice che la lista non si può cancellare».
Forza Italia però non vuole rischiare.
«Non voglio polemizzare, ma alla fine è il consenso che conta, non i partiti».
Sta dicendo che potrebbe candidarsi con unaltra lista?
«Non mi interessa la politica, né le critiche di bottega. So solo che il mio gruppo, Insieme per Brugnato, mi ha già dato la sua disponibilità a sostenermi: io lavoro per la gente e andrò dritto per la mia strada. Anzi, lo sa che ho unamante?».
Prego?
«Si chiama Soddisfazione di nome e Personale di cognome.
Quindi non lascerà spazio ai giovani.
«Guardi, io capisco che i ragazzi dietro di me scalpitano, ma ho 54 anni, non sono poi così vecchio e verrà il loro momento».
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