Schiamazzi, insulti e contro-insulti, seduta sospesa e faticosamente portata a termine. Portata a termine con il battesimo di un governo Mpa, Fli, Pd, Udc e Api che non si sa né se né quanto reggerà, visto che, schiacciati dai veti del Pd, i finiani hanno ottenuto solo uno dei due assessori che volevano, mentre hanno dovuto rinunciare a Nino Strano (ricordate, quello della mortadella al Senato?), per il quale sembra fosse intervenuto il leader del Fli Fini in persona. Ma tantè, quando si cambia squadra mica si può alzare tanto la voce...
È un clima surreale quello in cui, ieri pomeriggio a Palermo, è nato ufficialmente il Lombardo quater, leggasi il ribaltone che il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo (Mpa), eletto nellaprile del 2008 grazie al Pdl con il 64% di consensi, ha messo in atto. E che sia ribaltone lo dice il Pdl grande escluso e lo dicono i numeri di questo quarto governo in due anni e mezzo. Su 12 assessori, sotto la maschera di «tecnici», quattro sono del Pd, due di Futuro e Libertà, uno dellUdc area Casini, uno dellApi, il resto Mpa con laggiunta di un ibrido inclassificabile: un ex Pdl poi transitato al Pdl-Sicilia dei ribelli di Micciché, poi ri-transitato in un altro sottogruppo e ora in un gruppo di sei scontenti ex Pdl che non si sa che cosa faranno. Chiaro, no?
Un parto travagliato, quello del Lombardo quater. Cominciato con un colpo di scena, quando il governatore ha chiesto il rinvio di unora del suo intervento davanti allAssemblea regionale per rendere noti i nomi degli assessori. Presto detto il perché: cera da risolvere il nodo Nino Strano. Lex senatore della mortadella e assessore regionale al Turismo, era dato per certo nella squadra del Lombardo quater. Ma è arrivato il veto del Pd. Da Roma è arrivato il contro-veto, con tanto di minaccia di ritiro dellappoggio a Lombardo. Ma alla fine sono stati i democratici a spuntarla: fuori Strano, dentro un tecnico donna gradito ai finiani. Il solito Granata ha tuonato: «È inaccettabile il veto, Lombardo non accetti veti e vada avanti». Lombardo ha accettato e ha silurato Strano. E Granata si è ri-ingoiato la rabbia, con un comunicato congiunto firmato con i parlamentari Carmelo Briguglio, Pippo Scalia e Nino Lo Presti: «Giudichiamo positivamente lavvio della nuova esperienza di governo regionale. Ringraziamo Nino Strano per lo straordinario lavoro svolto. Nelle prossime ore discuteremo col presidente Lombardo dellopportunità di adeguare la squadra».
Tutto tecnico, apparentemente, il Lombardo quater. Con un rinforzino sul fronte legalità, che può sempre servire. Ai due magistrati già presenti in squadra - lex pm della Dda Massimo Russo, assessore alla Sanità, e Caterina Chinnici, la figlia del procuratore di Palermo trucidato nel 1983 dalla mafia - Lombardo ha aggiunto un rinforzo che pesa, lex prefetto di Palermo e commissario nazionale antiracket Giosuè Marino, entrato in quota Pd ma vicino anche al Mpa.
Uno spettacolo, la nascita del Lombardo quater. Uno spettacolo a dir poco disdicevole. Specie quando tra Lombardo e il gruppo del Pdl è partito un simpatico scambio di insulti: «Bugiardo» ha gridato un deputato Pdl mentre il governatore lo accusava di avere affossato la sua politica di legalità per la sanità; «indegno», ha contro-replicato Lombardo, digrignando i denti e applaudendo provocatoriamente chi lo contestava; e laltro: «Non hai i titoli né politici né morali per dirmi nulla». Seduta sospesa e poi ripartita.
Nessuna remora, nel discorso di Lombardo, per avere capovolto il risultato elettorale che lo ha incoronato governatore di Sicilia: «Trasformista e ribaltonista è chi volta le spalle al proprio presidente eletto su mandato popolare. Altro che ribaltone da parte mia. Andrò fino in fondo per le riforme. E in questa direzione ho incontrato sulla mia strada nuove sintonie con Pd, Fli e Api, per quanto riguarda lUdc (che è in squadra con un assessore, ndr) non ho ben capito.
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