Milano si candida a diventare la capitale dellenergia pulita. Italiana, ma probabilmente anche dEuropa perché il protocollo firmato ieri tra Comune e Aem utilizzerà tecnologie assolutamente davanguardia. Il progetto sembra da libro dei sogni. Produrne di pulita, economica e sicura. Eppure si può, assicurano i tecnici, grazie alla ricchezza che Milano ha nel sottosuolo. Non oro né petrolio, ma lacqua di falda che, grazie a un innovativo sistema a pompa di calore, potrà con il teleriscaldamento alimentare interi quartieri. E, un giorno non troppo lontano, ben 500mila milanesi. Un vantaggio enorme perché la città potrà riscaldarsi senza usare idrocarburi costosi e inquinanti, con grande beneficio per le famiglie e per laria che respiriamo.
Ieri il sindaco Letizia Moratti, il presidente di Aem Giuliano Zuccoli e gli assessori Bruno Simini ed Edoardo Croci hanno firmato il documento in un luogo simbolico. Lo scheletro di calcestruzzo della centrale «Canavese», il primo impianto di teleriscaldamento ad acqua di falda che già dal prossimo inverno fornirà calore a oltre 40mila famiglie tra corso XXII Marzo e Città Studi. Il primo dei nove impianti promessi e che entro il 2012 serviranno 250mila utenti. Non molto più in là lobiettivo 500mila, praticamente mezza Milano. «Lutilizzo dellacqua di falda - spiega la Moratti - è la modalità più pulita, con un abbattimento degli idrocarburi e dei fattori inquinanti fino allottanta per cento. Mentre le altre modalità di teleriscaldamento provvedono solo al venti per cento. Un forte contributo per laria più pulita». Senza dimenticare i risparmi per le famiglie. «Grazie alle tariffe agevolate - ricorda il sindaco - ogni anno chi oggi utilizza il metano risparmierà in media 400 euro, mentre addirittura mille chi si serve del gasolio». Senza contare i minori costi di gestione e manutenzione delle caldaie che potranno essere dismesse, con grandi vantaggi economici, ambientali e per la sicurezza. «Questo è il futuro - sottolinea Simini -, produrre calore a basso costo e irrisorio impatto ambientale e la possibilità di teletrasportarlo lì dove serve. Eliminando nella case il gas, talvolta così pericoloso».
«LAem - spiega Zuccoli - ha lobiettivo ambizioso di estendere il teleriscaldamento a una larga parte della città. E lo vogliamo cogliere con una forte innovazione nel sistema tecnologico: i nostri tecnici hanno ottimizzato per questo le migliori esperienze esistenti, come quella di Göteborg in Svezia, riuscendo a raggiungere un indice di rendimento vicino a tre. È proprio questo risultato che oggi ci permette di andare oltre la realizzazione di prototipi, seppur eccellenti, come quello in servizio presso lUniversità Bocconi e di pensare invece a una serie di impianti industriali, distribuiti sul territorio urbano». Altri quattro, oltre a «Canavese», saranno «Gonin», «Ricevitrice Nord», «Ricevitrice Sud» e «Bovisa». Lassessore Croci ricorda la riduzione di Pm10 e di anidride carbonica.
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