È partita la caccia al tesoro del re della frode

Centocinquant’anni di carcere a Bernie Madoff non mettono fine alla frode più grande della storia moderna. Si aprono ora migliaia di battaglie legali destinate a durare - dicono alcuni - forse più di un decennio. Perché le vittime, professori del liceo, vedove, imprenditori, coppie pronte a spendere i risparmi di una vita per andare in pensione tranquillamente o pagare le rate dell’università ai figli, vogliono sapere dov’è il tesoro dell’uomo che li ha presi in giro per oltre un ventennio e pretendono di essere rimborsati. Sono anche signore come Carla Hirschhorn, di Manalapan, New Jersey, che ha perso tutti i soldi messi da parte in una vita di lavoro; Miriam Siegman, che oggi vive con l’aiuto dei servizi sociali. Hanno testimoniato entrambe al processo, pochi giorni fa, chiedendo la pena massima per il signor Madoff, colui che con la frode ha sottratto agli americani quasi 65 miliardi di dollari. E sono state ascoltate dal giudice Denny Chin, che da dicembre - come raccontano i giornali americani - ha ricevuto centinaia di lettere con racconti strappacuore: la coppia già avanti con l’età che ha un figlio disabile e non sa ora come fare a sostenerlo; il malato di cancro che non riesce più a pagarsi le cure...
Dopo la pesante sentenza, l’ansia delle vittime però non sembra essersi placata. Il 2 luglio è scaduto il termine per le domande di rimborso, da inviare all’uomo del momento: Irving H. Picard, curatore fallimentare nominato dalla Federal Bankruptcy Court. Il suo compito è quello di trovare un modo, miracoloso, per ridare alle vittime della colossale frode i soldi scomparsi nel buco nero creato da Madoff. Al suo ufficio, via e-mail, posta, persino a mano, sono arrivate oltre 8.800 richieste. Dovrà studiarle tutte e poi, in base alla sua decisione, la Securities Investor Protection Corporation, organizzazione non profit che si occupa di rimborsi agli investitori gabbati, verserà fino a 500mila dollari ai clienti. Il curatore fallimentare ha già preso una decisione che non piace a chi ha visto svanire nel nulla i propri averi: la cifra da cui partire per i compensi è infatti 13miliardi, cioè la somma effettivamente versata dagli investitori, e non 65 miliardi di dollari, quelli che avrebbero dovuto trovarsi nei forzieri di Madoff fino a pochi mesi fa, quando la truffa non era ancora implosa.
E mentre Picard è già oggetto di innumerevoli cause, gli investigatori sono ancora a caccia del tesoro del re della frode: una somma che potrebbe aiutare a ricompensare le sue vittime. E così, alla porta dell’attico da 7,5 milioni di dollari della signora Ruth, moglie a quanto pare ignara dei crimini del marito, hanno bussato pochi giorni fa gli agenti federali.

Le hanno chiesto di lasciare l’appartamento e tutto quello che si trovava al suo interno, pellicce milionarie e gioielli compresi: tutto danaro che andrà a sommarsi a quello che dovrebbe ripagare le vittime della truffa. Assieme alle vendite della villa in Florida e della tenuta a Long Island. Alla signora rimangono comunque 2,5 milioni di dollari. In contanti.
RoSco

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