Gaetano Ravanà
da Agrigento
Dopo nove mesi di indagine, i carabinieri hanno fatto piena luce sull'omicidio dell'aragonese Stefano Di Giacomo, 29 anni, ucciso nella notte tra il 30 e 31 dicembre scorso. Il giovane si trovava in compagnia di altri venti coetanei in una villetta di Siculiana per una partita a carte. Intorno alle 3 della notte, quattro giovani armati di fucile a pompa e con il viso travisato da passamontagna, penetrarono all'interno della struttura e dopo essersi fatti consegnare il denaro e alcuni preziosi, puntarono la pistola alla tempia di Di Giacomo. Lo fecero inginocchiare e uno di loro esplose un colpo di pistola uccidendolo.
I carabinieri hanno sempre sospettato che ci fosse un basista e ora lo hanno identificato: si tratta di Francesco Bruno, 20 anni, di Siculiana. Dal suo cellulare sarebbe partita la telefonata ad uno dei componenti della banda, qualche minuto prima del blitz. Bruno avrebbe riferito che stava per avere inizio una partita a carte e sul tavolo ci sarebbero stati molti soldi.
Gli investigatori hanno detto che al momento della rapina i banditi avevano bevuto alcoolici ed avevano assunto sostanze stupefacenti, ma non avevano alcuna intenzione di uccidere.
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