Partita a due

Il Catania ha riaperto il campionato, ma non è una notizia che gli interisti riescano a gustare fino in fondo. Eppure, anch’essi hanno almeno un motivo per non disprezzare l’inverosimile situazione in cui si ritrovano: finalmente, se Dio vuole, sapranno e sapremo se Mourinho è davvero così Special.
Guardiamo i fatti per quello che sono: mai, da quando guida l’Inter, il piro-tecnico portoghese ha vissuto una realtà come questa. Può ancora vincere tutto, ma rischia seriamente di perdere tutto. Più che altro, il cosiddetto trend appare nettamente discendente. L’Inter era una macchina da guerra, ultimamente sembra una macchina da cucito.
Tutto nuovo, in casa Mourinho. Mai avute tante grane, tutte assieme, da risolvere. Per i suoi tifosi, che sono tanti, ma anche per i suoi detrattori, che sono altrettanti e forse di più, è il momento della verità: adesso, soltanto adesso, si capirà davvero quanto vale l’allenatore.
Già negli ambienti di Appiano hanno cominciato a caricarsi con la solita sigla: quando il gioco si fa duro, eccetera eccetera. Ma non è nemmeno questo. Che Mourinho sia un duro lo abbiamo già compreso in tremila occasioni. È conclamato, non c’è bisogno di controprove. Qui c’è qualcosa di più e di meglio da chiarire: bisogna vedere se il suo talento, il suo carisma, le sue idee e anche la sua lingua sciolta reggono ugualmente bene nelle congiunture nere. A partire da domani, nella madre di tutte le sfide contro il Chelsea, ma a seguire anche nella gestione di un campionato improvvisamente complicatissimo, ci ritroveremo davanti il Mourinho inedito. Sarà un piacere vederlo all’opera.
Sulla versione Gast-One sappiamo già tutto. Quando le cose gli girano, Mou è un principe assoluto. Qualunque cosa tocchi o muova gli funziona alla grande, qualunque cosa dica o faccia è considerata almeno geniale. E lui stesso in questa panna montata ci sguazza da primadonna. Adesso però nel grande teatro cambia la scena. Fuori l’euforia, già montato lo sfondo da camera ardente. Sembra che tutto stia per precipitare in una mezza tragedia greca, come se l’Inter non fosse a un passo dalla qualificazione europea, come se l’Inter non fosse comunque in testa al campionato. È il solito equilibrio del nostro sport, che come filosofia è molto prossimo alla schizofrenia. Inutile però sorprendersi ogni volta: questo il costume, bisogna solo prenderne atto. Non ci sono santi: per Gast-One è il momento di cambiare ruolo, provando almeno una volta nella vita il complesso destino di tutti i Fantozzi.
Ci sono giorni e ci sono periodi in cui il solo uscire dal letto è già il primo passo verso il disastro. Non gira nulla, non combacia nulla, non cambia nulla. Qualunque cosa si cerchi di inventare finisce sempre alla Fantozzi: con la faccia sfigurata contro la portiera. Non sono fasi semplici per nessuno, nemmeno per gli uomini molto Special. L’Inter di questi giorni vive esattamente una fase così. È un’enorme scommessa. Può vincere tutto e può lasciare tutto. Per la verità può anche vincere metà e lasciare metà, come sempre, perdendo l’Europa e rivincendo lo scudetto, ma ormai questa sarebbe una soluzione da considerare come sconfitta. Nel complesso, è comunque l’Inter più esplosiva e più pericolosa che Mourinho si sia mai trovato tra le mani.
E allora vediamolo. Finalmente abbiamo il test che spazza via tutti i se e tutti i ma. Il più sentito ovviamente quello riassunto dal rivale Ranieri: facile fare sempre il grande con Abramovich e Moratti alle spalle. Un modo per dire che di Mourinho conosciamo solo le doti in caso di splendori, mentre nulla sappiamo nel caso delle miserie.
Gentile pubblico, il momento è eccitante. Se Mourinho esce anche da questa situazione alzando trofei, dovremo finirla una volta per tutte con i dubbi sul suo effettivo spessore di allenatore fenomeno.

Se invece naufraga come un qualunque Chiappella, sommerso nel marasma delle difficoltà, allora dovrà essere lui ad abbassare un po’ la crestina.
Ancora pochi giorni e si chiude l’annosa questione: gli agiografi potranno finalmente scrivere che Josè Mourinho è davvero uno specialissimo Special-One, oppure che è un sopravvalutato normalissimo Normal-One.

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