Al posto di Casini, l’Udc si presenterà con un sinonimo: Italia. Scelta furba, perché i nomi dei leader non vanno più, meglio evocare l’Italia, Paese incasinato, anche per precedere il nuovo battesimo del Pdl (ma Grand’Italia era un bar famoso a Bari per i panzerotti e un talk show di Costanzo).
Il furbo Casini sta fabbricando il partito delle oligarchie e lo riveste di nazionalpopolare italo-democristiano.
La Dc aveva tanti difetti, ma non è mai stata al servizio della finanza e delle oligarchie. Faceva compromessi con tutti, anche col diavolo, ma non era al servizio dei poteri economici.
Invece la nuova dc di Casini regge sull’asse Monti-tecnici-Marcegaglia, più appoggio interno di Caltagirone, risucchio di Montezemolo, sostegno di Confindustria e giornaloni e naturalmente inchino alla Chiesa, in quanto potere clericale. Paggetti Fini e Rutelli.
Casini aspira a diventare il braccio politico, la copertura democratica di questi poteri, la traduzione italiana della Merkel.
Lascia loro il dominio in cambio della sua carriera politica: il suo sogno finale è il Quirinale, lasciando alle oligarchie la gestione del potere.
A dargli manforte giunge la Stampona che grida al populismo se non ti allinei al Disegno che prevede due soggetti in campo, la sinistra e il centro casinista, alleati o contendenti, mettendo fuori gioco in quanto populisti Berlusconi, la destra, la Lega, Di Pietro e Grillo.Il guaio dei populisti è che non sono sommabili, non si possono alleare.
Perciò non prendete sotto gamba l’Italia dei Casini Forti.
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