"Partito del Sud? No se è fatto per aver soldi"

Il ministro Brunetta interviene nel dibattito e lo boccia senza appello "se la sua mission deve essere quella di ricattare il resto della politica, per avere più risorse e spenderle male". Il "piano Marshall" per il Mezzogiorno

"Partito del Sud? No se è fatto per aver soldi"

Roma - "Dico no al partito del Sud se la sua mission deve essere quella di ricattare il resto della politica, per avere più risorse e spenderle male". Così il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, interviene nel dibattito apertosi sui movimenti all'interno del Pdl per la formazione di un partito del sud o di un partito federato all'interno dello stesso Pdl. "Che esista da sempre un problema meridionale è indubbio - spiega Brunetta ospite domenicale di radio Rtl 102.5 - Si è tentato in tutti i modi di contrastare questo tipo di declino, basti pensare a alla Cassa del Mezzogiorno, solo che il divario nord-sud si è mantenuto ed anzi allargato. Il problema non è però mettere gli uni contro gli altri, ma affrontare con fermezza i nodi che, a mio parere, si chiamano classe dirigente e politica inadeguata. Inutile o sterile - per Brunetta - fare del facile campanilismo o peggio farsi prendere dalla facile retorica sui luoghi comuni del Mezzogiorno". "Come governo - fa sapere - stiamo preparando un piano di rilancio del Sud, un piano concreto di opere e infrastrutture, di servizi, con strumenti di controllo della spesa. Tremonti ha un compito gravosissimo e spesso dice no anche al Nord. Oggi la questione che abbiamo davanti è come far convivere i problemi di una parte avanzata del Paese con quelli della parte meno avanzata del Paese. E credetemi che non è facile quando le risorse sono poche e la coperta è corta". Per Brunetta "fa parte della normale dialettica democratica che ci siano forze politiche che portano avanti le proprie istanze. Il presidente di Berlusconi, che è il punto di sintesi di questa utile tensione, punta a rilanciare la progettualità del Sud. ma per questo serve anche una classe dirigente capace. Inutile parlare di Roma ladrona, del centralismo o cose del genere. Il vero gap nord-sud è nella classe dirigente". Venendo all'attualità politica, alla la formazione o di un partito del Sud o di un partito federato all'interno dello stesso Pdl, Brunetta chiarisce che "se il problema e ' avere piu' soldi e spenderli male allora dico di no. Se questi movimenti politici si formano per ricattare il resto della politica, per avere più risorse e spenderle male allora non li vedo con favore. Viceversa, se questi movimenti si caratterizzano per responsabilità allora ben vengano".

Bondi: Tremonti, un punto di partenza "Desidero ribadire la mia convinzione secondo cui una questione meridionale esiste e anzi si è aggravata rispetto al passato, sia dal punto di vista economico-sociale che etico-civile. Nello stesso tempo ritengo che, proprio per questo, una politica a favore del Mezzogiorno sia necessaria, ma che essa debba suscitare, oltre all'impegno del governo centrale, anche una buona politica e una buona amministrazione da parte delle classi dirigenti del Sud". Lo afferma Sandro Bondi, coordinatore del Pdl, che poi definisce "infondato e strumentale" un articolo apparso oggi sul quotidiano La Repubblica. "Per quanto riguarda l'impegno del governo centrale - prosegue - la mia opinione è che l'azione e la visione del ministro Giulio Tremonti sul ruolo che il nostro Mezzogiorno deve svolgere nell'ambito dello sviluppo dell'Italia intera, possa essere il punto di partenza di un nuovo meridionalismo più responsabile, in grado di aiutare concretamente le regioni del Sud e nello stesso tempo l'Italia".

La Russa: partito del Sud, vincerebbe Borghezio "Un partito del sud sarebbe la vittoria della Lega dei Borghezio e farebbe la fine del vaso di argilla tra i vasi di ferro", affonda Ignazio La Russa. "Un partito del sud - ha aggiunto il ministro della Difesa - rappresenterebbe una retromarcia rispetto a quello che finora ha significato il Pdl in termini di semplificazione del quadro politico e di unificazione del paese. Invece di coinvolgere la Lega Nord in un discorso nazionale, come Umberto Bossi sta mostrando di voler fare, sceglieremmo la frantumazione e sbaglieremmo completamente l'obiettivo". La Russa ha ribadito che la questione meridionale deve essere affrontata come "emergenza nazionale, ma sarebbe un errore rappresentarlo come un problema contrapposto al nord".

La Russa ha quindi perorato la causa della massima unità nazionale del Pdl e ha fatto un accenno ai rapporti tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi: "Sono due grandi leader, debbono solo trovare il modo di camminare vicini più frequentemente perché a mio avviso è solo un problema di frequenza dei rapporti".

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