Per Pasqua un oratorio di Mozart

Piera degli Esposti sarà protagonista delle «Sette ultime parole di Cristo» di Haydn

Alessandra Miccinesi

Un concerto in mondovisione, trasmesso in prima assoluta dalla Città del Vaticano e organizzato per celebrare una data significativa per l’intero mondo cattolico: il cinquecentesimo anniversario della posa della prima pietra della Basilica di San Pietro, il 18 aprile 1506, data documentata dalla testimonianza epistolare di papa Giulio II al re d’Inghilterra. E un programma che non teme concorrenza, sia per la qualità del pentagramma, che per la sacralità dei contenuti: riscoprire attraverso la musica e le letture cantate in latino la figura dell’apostolo prediletto da Gesù, Pietro. La pietra sulla quale poggia l’intera cristianità, il simbolo più lucente della nostra religione, il santo sepolto sotto l’Altare Maggiore del Bernini. «Petrus Enì» ovvero «Pietro è sepolto qui dentro», oratorio per coro e orchestra realizzato dal compositore palermitano Antonio Pappalardo in un impeto d’ispirazione profondissima, è l’evento che il 2 luglio a San Pietro chiuderà il cartellone della nona edizione del Festival di Pasqua. La prestigiosa kermesse di musica sacra fondata nel 1998 dal regista Enrico Castiglione, promossa dal Comune di Roma, Regione Lazio, Ministero dei Beni Culturali e British American Tabacco Italia - azienda leader nel recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano che sta per restaurare il pianoforte su cui Puccini compose la Turandot - come ogni anno da quasi una decade in qua, torna a far spalancare i portali delle maggiori chiese per far risuonare, tra i colonnati e le navate, il meglio della musica polifonica e gregoriana. Si comincia il 10 aprile con l’esecuzione integrale per organo di Wolfang Amadeus Mozart nella Basilica di San Marcello al Corso, interpretazione a cura del maestro Jean Luis Paternel, concerto ripreso il dì seguente nella Basilica di Santa Lucia al Gonfalone. Per il terzo appuntamento si trasloca invece a L’Aquila dove il 13 aprile, nella basilica medievale di Santa Maria a Collemaggio, il maestro Vincenzo Maritozzi dirigerà i Solisti Aquilani nel capolavoro di Franz Joseph Haydn «Le sette ultime parole di Cristo», con voce recitante di Piera Degli Esposti. Concerto che verrà riproposto a Firenze il giorno seguente al Teatro La Pergola, e il sabato santo nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Il 15 aprile, il Coro dei Monaci di Sant’Anselmo intonerà nell’omonima basilica all’Aventino le celebri Jeremiah Profetae Lamentationes. Mentre per la domenica di Pasqua è previsto un bouquet cantato di musiche che includono Bach, Haendel, Mozart e squisiti canti gregoriani: dirige il coro di 120 cantori selezionatissimi monsignor Pablo Colino, già Maestro della Veneranda Cappella Giulia della Basilica di San Pietro.
«Quando abbiamo iniziato la nostra avventura, eseguire concerti in chiesa era considerato un fatto insolito.

Oggi il problema è quello di non riuscire a contenere quanti vogliono assistere ai concerti» spiega l’inventore del Festival di Pasqua chiarendo che il programma di quest’anno, in concomitanza con i festeggiamenti del 250° anniversario della nascita di Mozart, includerà un altro capolavoro di musica gregoriana: «La Betulia Liberata», unico oratorio firmato dal compositore salisburghese su libretto di Pietro Metastasio, che verrà eseguito la domenica di Pentecoste nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva e registrato dalla Rai. Sul podio del maestro concertatore salirà Pablo Colino.

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